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domenica 23 gennaio 2011

C'e sempre una speranza (6)

Vegeta e Kurt, due spietati soldati delle S.S., le Schutzstaffel, all'arrivo del treno al campo di sterminio, conducono, insieme ai loro comilitoni, gli ebrei all'interno del lager.
Rischiando ogni giorno la morte, una Judea riuscirà a rompere il ghiaccio nel cuore del crudele soldato. Riusciranno a scappare da Auschwitz? Si salveranno? Non vi resta che leggere.
Storia scritta con Stellina86
 
Autore: vegeta4e 
Rating: Arancione 
Genere: Guerra, Romantico, Storico
Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: AU
Categoria: Anime & Manga > Dragon Ball 

Capitolo 6

19 Giugno 1944 - Cracovia - Polonia

“ ... Non voglio andare... “ sussurra lei

“ Non posso farci niente. Devo obbedire “

“ ........... “ usciamo dalla baracca utilizzata come infermeria, e andiamo verso quella del Dottore. Una volta arrivati, busso. La porta si apre, e ci ritroviamo davanti il Dottore con solo i pantaloni addosso

“ Ciao. Che vuoi? “ dice lui

“ Ehm... Mi aveva detto di portarle l'ebrea... “

“ Ah, giusto. Non importa ragazzo. Ne ho già presa molta per oggi “ detto ciò mi chiude la porta in faccia.

“ ... Ma... “ ancora sconvolto per questo repentino cambiamento di programma mi volto, e riporto l'ebrea nella baracca dei detenuti. Dopo averla chiusa dentro torno al commando. Ormai è buio e l'aria è pungente. Entro sfregandomi le mani per riscaldarle, dirigendomi poi in mensa. Da un tavolo Kurt mi fa cenno di raggiungerlo e subito vado da lui, sedendomi accanto al mio amico

“ Ehi, ciao! Com'è andata in infermeria? “ mi chiede

“ Tutto bene “ mi torna in mente la scopata con la prigioniera

“ Hmhmm il Dottore se n'è scopata qualcuna? “

“ ... Ehm... Sì. Non so quante però “
Dopo cena ci rechiamo in stanza per la notte, entrambi sfiniti. La mattina dopo Kurt ed io andiamo alla baracca e svegliamo i prigionieri. Ordino loro di mettersi in fila come al solito e lo sguardo mi cade sull'ebrea dai capelli turchini. Lei ricambia il mio sguardo. Prendo la lista per l'appello e leggo uno ad uno i numeri scritti sul foglio. Non manca nessuno, così Kurt dà l'ordine di iniziare la marcia. Mentre loro cantano mi ritrovo più volte a fissare l'ebrea

“ Ehi Vegeta, guarda quella Judea “ mi dice Kurt

“ Mmm? Quale? “

“ Quella con i capelli azzurri. Dovresti ammazzarla “

“ E perché? È ancora abile al lavoro “

“ È un po' troppo ribelle per i miei gusti. Ti fissa negli occhi! Quegli animali devono tener sempre gli occhi bassi, lo sappiamo noi e lo sanno anche loro! “

“ Tsk ti fai tanti problemi per nulla. Rilassati “

“ Io sono rilassato, ma mi irrita il fatto che una sporca ebrea si prenda tanta confidenza “

“ Tanto prima o poi farà la stessa fine degli altri “ ghigno

“ Tsk questi ebrei puzzano anche quando li bruci “

“ Che ci vuoi fare. Sono animali “ La marcia dura fino alla fine del nostro turno. I giorni proseguono monotoni. Sveglia alle cinque e mezza, appello, marcia, pranzo, marcia, cena, letto. Passa una settimana e una sera nel letto, mi torna in mente per l'ennesima volta la stessa immagine che ormai mi tormenta da giorni. Io e l'ebrea sul lettino dell'infermeria. Mi giro supino per l'ennesima volta. Sono accaldato e sospiro cercando di calmarmi. Mi passo una mano sulla fronte imperlata di sudore e senza svegliare Kurt, scosto le coperte e scendo dal letto. Mi infilo gli stivali ed esco dalla stanza, a passo felpato mi dirigo verso la dispensa delle provviste. Afferro una pagnotta di medie dimensioni nascondendola poi nella giacca della divisa. Senza farmi vedere esco dal commando, avanzo nella neve diretto verso le baracche dei prigionieri. Arrivato alla porta di una di esse, dò due colpi sordi. Silenzio. Busso ancora due volte, dopo di che apro un piccolo spiraglio. L'interno della baracca viene illuminato debolmente dalla luce fioca della luna

“ So che sei sveglia. Esci “ dico. Vedo una figura alzarsi dal giaciglio e camminare lentamente verso la porta. Una volta fuori chiudo la porta, afferro il braccio magro della prigioniera e la porto dietro la baracca per non essere visti. Una volta nascosti la metto spalle al muro, e la bacio rudemente. Lei all'inizio sembra tesa, ma poi ricambia. Mi dò mentalmente dell'idiota per quello che sto facendo, ma nonostante tutti i miei sforzi non riesco a staccarmi da lei. Dopo un po' smettiamo per riprendere fiato, lei mi fissa con gli occhi sgranati. Prendo dalla giacca il pane e glielo porgo. Se prima era sorpresa adesso è senz'altro scioccata.

“ Beh? Non la prendi?! Dici che patite la fame e davanti a del pane mi fissi come se avessi visto un fantasma! “

“ ...... Perché me lo dai? Se ti beccano ti fanno fuori... “

“ Non sono affari tuoi. Prendilo o lo porto indietro “

“ ... Grazie... “ prende timidamente la forma di pane la divide a metà ed inizia a mangiarne una parte

“ Perchè non la mangi tutta? “

“ ... Perché l'altro pezzo lo mangio dopo “

“ Assolutamente no! “

“ E perché mai?! “

“ Se gli altri prigionieri ti vedono il pane ti linciano, e se la cosa giunge alle orecchie dei miei comilitoni ci rimetto anch’io! “

“ Non ti ho chiesto io di portarmi il cibo! “

“ Questo sarebbe il tuo ringraziamento?! “

“ ... Senti... Non mi farò vedere. Dormono tutti ora “

“ Stammi a sentire. Se vuoi che continui a portarti del pane non devi assolutamente farti vedere, tanto meno dividere! “

“ ... Lo so... Sta tranquillo “
“ No non sto tranquillo. Quello che ti porto non voglio che vada negli stomaci degli altri! “ ci sono pochi secondi di silenzio

“ .... Sei diverso tu “ sorride

“ Ti sbagli “

“ Tu non sei come gli altri! C'è qualcosa di diverso in te, anche se sei comunque uno stronzo! L'ho capito quando abbiamo fatto sesso. Avresti potuto picchiarmi durante l'atto o uccidermi dopo... Ma non l'hai fatto “

“ ... Tsk e mi devo anche prendere le botte di stronzo! “

“ Vedi? Sei diverso. Se avessi detto una cosa del genere ad un altro di voi sarei morta all'istante “

“ ... Adesso devo andare. E fai quello che ho detto, non dividere il pane con nessuno “

“ Va bene ... Grazie “ senza dire niente apro una specie di varco nel retro della baracca spostando gli assi giusti. Lei mi guarda sorpresa, per poi entrare. Senza farmi notare corro verso il commando. Fortunatamente nei corridoi non c'è nessuno, dandomi così via libera per tornare in camera. La mattina dopo riprende tutto normalmente. Durante l'appello guardo ancora l'ebrea, la quale, dopo aver mangiato il pane, mi sembra forse più in forze. Ordino a Franz di far iniziare la marcia, dopo l’uscita di stanotte non ho più chiuso occhio.

“ Vegeta, tutto bene? “ mi dice Kurt appoggiandomi una mano sulla spalla

“ ... Sì... Sono solo stanco. Stanotte non ho dormito molto “

“ Capisco. Beh, resisti ancora un po', il nostro turno finirà tra poco, poi potrai riposare un po’ “

“ Lo so... “

“ Senti... Sei sicuro di stare bene? Ultimamente mi sembri un po' più morbido nei modi “

“ Che vuoi dire? “

“ Voglio dire che non sei abbastanza severo secondo me. Prima non potevano sgarrare di tanto così, che si trovavano il piombo nel cervello “

“ Non mi sembra di essere più permissivo rispetto a prima “

“ Allora dovresti insegnare a quell'ebrea a non sfidarti “

“ L'azzurra? “

“ Esatto. Non fa altro che guardarti. Ti sfida con lo sguardo “

“ ... Per me interpreti male “

“ E come dovrei interpretarlo? Sono due i motivi per cui potrebbe guardarti. O ti sfida o prova attrazione per te “

“ Stai forse insinuando che sono brutto?! “

“ No, però... Ecco... “

“ Non è che visto che è ebrea non le funzionano gli occhi. I belli li vedono tutti “

“ Hmhmhm sempre il solito modesto eh? “

“ Ahahah realista, vorrai dire “

“ Quindi secondo te hai fatto colpo?! “

“ Non so ... Comunque sia non mi interessa! “

“ Mah... Comunque anche se fosse non deve prendersi certe confidenze, e lo sai “

“ Sì. E tu sai anche quali sono i reali motivi per cui sono entrato nelle SS., lo sai, più di tanto non mi interessa “

Ero appena stato preso nelle squadre naziste, e da apprendista, venni affidato ad un componente delle SS. Avevo poco più di vent'anni, quando entrai per la prima volta in una caserma tedesca. Il comandante, dopo aver osservato bene i nuovi arrivati, compreso me, mi si avvicinò

“ Io ti conosco. Ho sentito parlare di te, si dice che nonostante tu sia una matricola sia in gamba “

“ Grazie signore “

“ È una cosa che non facciamo mai, ma voglio metterti alla prova, ragazzo. Ti affiderò a uno dei soldati migliori delle SS. e se lui ti riterrà all'altezza potrai entrare subito nelle Schutzstaffeln “

“ Farò del mio meglio signore. Non la deluderò “

“ Molto bene. Kurt!! Vieni qui! “ voltai lo sguardo a destra e vidi spuntare da dietro il muro un ragazzo di tre o quattro anni più grande di me. Appena mi raggiunse mi poggiò amichevolmente una
mano sulla spalla destra

“ Sono sicuro che da questo ragazzo potremo aspettarci molto, signore “ disse lui

“ Me lo auguro. Adesso andate “ il mio istruttore si voltò e s’incamminò in una stanza adiacente, io lo seguii all'interno di essa. Appena entrati trovai un ebreo sui cinquant'anni che appena ci vide sbiancò.

“ Fammi vedere quello che sai fare “ mi sorrise lui. Ghignai e mi scrocchiai le dita, mi avvicinai all'ebreo e iniziai a malmenarlo. Lo afferrai per il colletto della maglia e gli tirai una ginocchiata allo stomaco. Cadde a terra sputando saliva e lo presi per i capelli, sollevandolo. Iniziai a tempestarlo di pugni al volto, calci all'addome. Andai avanti così per una buona ventina di minuti. Ormai l'ebreo era a terra quasi svenuto, quando Kurt mi si avvicinò.

“ Sei bravo! Ma ti do un consiglio. Quando cade aspetti troppo prima di colpirlo ancora. Non devi dargli tregua, ok? “

“ Va bene. Continuo? “

“ No, va bene così “ mi sorrise. Mi ispirò subito simpatia, eppure lo conoscevo da appena mezz'ora

“ Dì un po'. Sei voluto entrare nel nostro esercito per salvarti la pelle oppure perché sei d'accordo con il regime? “

“ ... Perché sono d'accordo con il regime “

“ ... Di me puoi fidarti, ragazzo. Come ti chiami? “

“ Vegeta “

“ Non dirò nulla a nessuno. Io personalmente sono d'accordo solo in parte con il Führer, a me non interessa conquistare il mondo, non ho queste manie di grandezza, voglio solo estirpare gli ebrei “

“ Anche io. Ma sono entrato anche per un altro motivo... “

“ Cioè? “

“ ...... Mia nonna è ebrea. Suo marito, mio nonno, faceva parte dell'esercito tedesco da sempre, già da prima che arrivasse il Führer. Sono molto legati e nonostante mio nonno sia ariano vuole molto bene a mia nonna, ma ormai è vecchio, è in pensione da molti anni e non ce la fanno a spostarsi per scappare. Così mia nonna mi ha pregato di aiutarla e ho deciso di entrare nell'esercito, abbiamo falsificato dei documenti e mia nonna ufficialmente risulta un‘ariana adesso. Me la cavo con le armi. E anche se venisse scoperta la sua vera identità, essendo dentro, conosco gli spostamenti ed i piani d'azione, così potrei avvertirla “

“ È un gesto nobile il tuo, ma quella donna è pur sempre un'ebrea e se venissero a sapere delle tue origini “Impure” potrebbero fartela pagare cacciandoti dalle S.S. o addirittura uccidendoti. “

“ Lo so, ma non ha mai praticato nessun lavoro, quindi non ha mai imbrogliato nessuno. Non può essere uccisa “

“ Non lavorava? Noi soldati non abbiamo uno stipendio poi così alto. Come faceva tuo nonno a mantenere la famiglia? “

“ Mia nonna andava nelle case delle signore benestanti a fare pulizie. Anche volendo come poteva imbrogliare? “

“ No, non poteva proprio... “

“ Esatto “

“ Beh, sta tranquillo. Non dirò nulla a nessuno, tua nonna è in mani d'oro. Adesso seguimi, sei ufficialmente nelle SS. “ sorrise.


            … To be continued…

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