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lunedì 13 agosto 2012

Le posizioni del sonno


Piccola fic ambientata prima dei Cyborg, quando Bulma aspetta il piccolo Trunks. Spero vi piaccia! Dedicata a Lady Lexy.

Autore: vegeta4e | Rating: Verde | Genere: Romantico, Sentimentale | Capitoli: 1 | Personaggi: Bulma, Vegeta

Pubblicata: 25/04/11 | Aggiornata: 25/04/11 | Note: One-shot | Completa

Categoria: Anime & Manga > Dragon Ball |


LE POSIZIONI DEL SONNO


Aveva appena finito di lavare le stoviglie dopo l’abbondante pranzo. Come al solito Vegeta era sparito, ad allenarsi molto probabilmente, e sua madre era chissà dove in giardino ad annaffiare le centinaia di vasi fioriti.
Sospirò posando l’ultimo bicchiere. In quel pomeriggio di primavera si sentivano soltanto cinguettare gli uccellini.
Istintivamente si portò una mano sul ventre, che da poco ospitava un futuro abitante della Capsule Corp. Una volta appresa la notizia e, superato l’iniziale momento di smarrimento, Vegeta era andato fuori di sé. Aveva sempre detto di detestare profondamente i marmocchi, non facevano altro che strillare, piangere e, come diceva lui, “emanare pessimi odori”, riferito ai cambi dei pannolini.
Solo dopo quasi due mesi era riuscita a strappargli una parola di bocca, perché essendo arrabbiato, Vegeta aveva preso ad ignorarla. Aveva anche abbandonato la loro stanza, tornando a dormire in quella che aveva usato appena si era trasferito lì, ma la protesta durò poco: appena sei giorni.
Sorrise ripensando all’espressione imbronciata di quel sayian mentre percorreva a passo spedito il corridoio verso il laboratorio.
Si sedette alla sua scrivania ed accese il PC portatile. Aveva bisogno fisico di svagarsi.
Una volta aperta una pagina internet, gliene spuntò davanti un'altra.
Ah! Quanto odiava quelle stupidissime pubblicità che si aprivano da sole! Fece per chiuderla, ma lo sguardo le si posò sul titolo in alto.
“Significati delle posizioni nel sonno”.
Per qualche strano motivo non cliccò sulla crocetta rossa, anzi, ingrandì la pagina ed iniziò a leggere.

Posizione supina.
Posizione di chi dorme supina con le braccia lungo i fianchi. Questa posizione è tipica delle persone sicure di sé e un po' narcisiste, sono persone razionali che tendono a controllare le proprie emozioni. Chi assume questa posizione durante il sonno è riservato e non ama la confusione.

“Che sciocchezza. Io dormo spesso così, eppure sono esattamente l’opposto. Io adoro i posti in cui c’è molta gente!” commentò.

Posizione a prona.
Posizione di chi dorme a pancia in giù è tipica delle persone precise e attente, ama stare con amici e conoscere nuove persone ma non accetta facilmente le critiche.

“Oh santo cielo… Sarebbe perfetta per quello scimmione se non ci fosse la caratteristica “ama stare con gli amici e conoscere nuove persone”…”

Posizione semifetale.
Chi dorme in questa posizione (sul fianco e con le braccia in avanti) è una persona armoniosa ed equilibrata, affronta le difficoltà con coraggio ed è una che in ogni situazione riesce ad adattarsi e a trovare il lato positivo.

Sorrise.
“Questa è per Goku, ma lui lo identifico con quella “Dormire con i piedi sul cuscino”… Chissà se c’è!”

Posizione a stella.
Posizione di chi dorme sul dorso con le braccia sul cuscino. Le persone che hanno questa posizione mentre dormono sono estroverse e sicure di sé, non amano essere al centro dell’attenzione, sono dei buoni amici e sono disponibili nel momento del bisogno. Chi assume questa posizione tende a russare e questo è un modo inconscio di far sentire la propria presenza.

“Mmm… Non conosco nessuno che dorme in questa posizione. Oh basta, sto perdendo troppo tempo, meglio che usi queste poche ore libere per me” detto questo chiuse la pagina, passando quel poco tempo libero che strappava per sé ogni giorno.

Quella sera per fortuna ci pensò la Signora Briefs a sbrigare le faccende domestiche, lasciando che la figlia si riposasse. “Come doveva mangiare per due, lo stesso valeva per il riposo!” non faceva che ripeterle.
Così, imitando Vegeta, si alzò da tavola andando sul divano. Prima di dormire avrebbe guardato un po’ di TV.
Girando i vari canali trovò un film strappalacrime, ma nonostante avesse pensato di guardarne solo mezz’ora, alle undici e mezza era ancora sul divano con circa ventidue fazzoletti zuppi di lacrime. Decisamente non era il tipo di film adatto da guardare, specialmente nella situazione in cui si trovava.
Prese di scatto il telecomando e spense la televisione. Si alzò dal divano soffiandosi il naso. Perché lei non aveva un uomo che faceva di tutto per riconquistarla dopo una lite? Desiderava profondamente una vita da film… Tanto alla fine tutto finiva bene. E invece no! Lei si era innamorata di uno scimmione buzzurro, che invece di regalarle fiori, le chiedeva di aggiustargli la GR.
Di Principe, come diceva di essere, aveva solo il titolo. Per il resto era più maleducato di un selvaggio!
Entrò in camera notando che l’altra parte del letto era già occupata.
Si cambiò silenziosamente, sdraiandosi poi vicino a Vegeta, ormai profondamente addormentato. Passarono circa venti minuti, non ce la faceva proprio più!

“Vegeta?..... Ho voglia di fragole…..” disse fissando il soffitto attendendo una risposta. Risposta che non arrivò

“Vegeta?? Mi senti?” solo ora si ricordò di un piccolo particolare. Era dicembre inoltrato, però lui volando avrebbe raggiunto l’altra parte del mondo e le avrebbe portato le fragole in meno di cinque minuti!

“Tesoro, ti prego svegliati… Se non le mangio subito tuo figlio, o tua figlia, verranno a puntini! E tu non vuoi che il futuro principe dei sayian nasca a pois, vero?” si girò solamente adesso per guardarlo, sgranando gli occhi.
Era supino con entrambe le braccia all’altezza della testa, appoggiate sul cuscino. La posizione a stella…
“Le persone che hanno questa posizione mentre dormono sono estroverse e sicure di sé, non amano essere al centro dell’attenzione” pensò. Gli si addiceva proprio…
Gli si avvicinò, posando le mani sul suo caldo torace. Osservò il suo viso molto attentamente, l’espressione che aveva durante il sonno non somigliava neanche lontanamente a quella imbronciata che aveva quotidianamente. Sembrava un bambino sereno, quasi indifeso. Fece per avvicinarsi ancora di più al suo viso, ma proprio mentre stava per sfiorare le sue labbra, Vegeta si girò, mettendosi prono.
A questo punto lei non ebbe più dubbi. Forse le cose lette quel pomeriggio non erano tutte sciocchezze… Un fondo di verità c’era.
Gli si avvicinò lentamente, schioccandogli un bacio sulla guancia.

“Buonanotte…” sussurrò, ma mentre si girava, sentì un flebile rumore, che lei interpretò come il russare del compagno. Sorrise appena.

“Chi assume questa posizione tende a russare e questo è un modo inconscio di far sentire la propria presenza”


         The End

Grazie a tutti coloro che hanno letto^^ spero che non sia penosa come sembra a me:D
Questa OneShot è dedicata ad una cara amica, che purtroppo sta passando un brutto periodo, Lady Lexy, spero ti sia piaciuta:D



C'è sempre una speranza (22)


Vegeta e Kurt, due spietati soldati delle S.S., le Schutzstaffel, all'arrivo del treno al campo di sterminio, conducono, insieme ai loro comilitoni, gli ebrei all'interno del lager.

Rischiando ogni giorno la morte, una Judea riuscirà a rompere il ghiaccio nel cuore del crudele soldato. Riusciranno a scappare da Auschwitz? Si salveranno? Non vi resta che leggere.

Storia scritta con Stellina86

[Capitolo 5 modificato]

Autore: vegeta4e | Rating: Arancione | Genere: Guerra, Romantico, Storico | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta

Pubblicata: 26/09/10 | Aggiornata: 27/01/12 | Note: AU | In corso

Categoria: Anime & Manga > Dragon Ball |


C'È SEMPRE UNA SPERANZA


23 gennaio - Marsiglia - Francia

Dopo essermi caricato in spalla i cadaveri e averli gettati nel cortile sul retro dalla finestra in fondo al corridoio, torno in stanza, trovando Bulma, la francese e il marmocchio in rigoroso silenzio. Istintivamente mi cade lo sguardo sul ventre piatto dell'ebrea.

“Aspetto un bambino!” le sue parole mi tornano in mente, anche se non riesco a credere che lì dentro ci sia veramente mio figlio...

“Ormai è inutile scappare... È meglio se per stanotte riposiamo, partiremo domani all'alba” dico rompendo il silenzio.

“Sei pazzo? Avranno già chiamato qualcuno! Si saranno accorti degli spari, non credi?” interviene l'ebrea.

“Nessuno di noi è in condizioni di proseguire a piedi!” continuo io

“E se usassimo l'auto dei tedeschi?” mi volto verso la francese, potrebbe essere un'idea. Mi affaccio verso il vialetto d'ingresso, vedendo posteggiata la jeep dei miei ex colleghi.

“Possiamo tentare, peró dobbiamo scendere da qui, senza passare dall'entrata” loro annuiscono e lentamente sollevo la francese, calandola giù dalla finestra.

Lei appoggia i piedi sul cornicione, dopodiché salta atterrando sull'erba.
Faccio lo stesso con il moccioso e Bulma, saltando infine io. Silenziosamente salgono tutti sull'auto nemica, mentre io cerco di accendere il motore con i cavi della macchina.
Dopo un paio di tentativi, un rombo mi fa riaccendere le speranze, forse possiamo ancora farcela.
Senza perdere tempo mi metto al volante, partendo sgommando e rientrando in strada.
Ho paura.
Sì, ho veramente paura. Se ci dovessero prendere cosa farei? Per ora ho mantenuto il sangue freddo davanti alla morte, ma ne saró ancora in grado? Preferirei essere fucilato immediatamente piuttosto che essere portato in un campo.
Ho sempre avuto il terrore di quel posto, il mio punto di forza era solo la divisa che indossavo.
Sapevo che non avrei corso nessun pericolo se avessi dimostrato forza e indifferenza, e grazie al mio carattere sono sempre riuscito a salvare la pelle. Sono sempre stato bravo a nascondere le mie emozioni, non ringrazierò mai abbastanza la natura per avermi regalato questa capacità.
Penso che morirei.
Senza dignità, nome. Non essere visto più come persona, ma solo un numero, solo un essere da sfinire prima di essere ucciso.
Mi rendo conto solo ora di quanto stupido e codardo sia stato.
Pur di sopravvivere ho mandato alla morte gente innocente, persone come me, che differivano solo nelle credenze. Senza nemmeno rendermene conto passo tutta la notte a guidare.
Questi pensieri mi assillano, quante persone ho ucciso?
Centinaia? Migliaia?
Mi viene un brivido, mentre in mente mi torna l’immagine della ciminiera fumante del forno crematorio.
Verso il pomeriggio arriviamo nella periferia di Parigi. La benzina sta per finire, spero solo che almeno qui avremo un po' di respiro.
Dopo aver attraversato la città, vedo davanti a me un enorme palazzo grigio. Il portone di bronzo adornato accoglie la scritta "Ambasciata Polacca".
Forse ora saremo al sicuro.
Scendiamo dal veicolo, raggiungendo poi l’entrata. Busso sperando di passare inosservato nella folla, non voglio che mi riconoscano, metterei nei guai tutti quanti.
Dopo pochi secondi il portone si apre, trovandomi davanti un uomo sulla cinquantina d’anni. Indossa una divisa militare, ha i capelli brizzolati e dei baffi appena accennati.
Sguardo duro, posa composta. Mi mette soggezione.

“Voi sareste?” domanda. Non so cosa dire, non credo di essere la persona più adatta a spiegare la situazione.

“Siamo ricercati... Cerchiamo riparo, stiamo scappando da mesi e siamo stanchi. La prego, c’è posto per noi?” interviene Bulma. L’uomo ci squadra uno per uno, fissando me con un’aria dubbiosa.

“Siete tutti ebrei?” chiede ancora.

“... No. Io no” ammetto. L’uomo assottiglia lo sguardo senza mollarmi di vista.

“Loro due sono ebrei...” indico Bulma e il bambino “... Lei invece è francese, è ricercata per essere fuggita insieme a noi” indico la cameriera

“Capisco. Tu invece cosa sei?”

“... Un tedesco. Sono riuscito a portarli fin qui, anche se stanno cercando anche me...”

“Bene allora. Per voi tre c’è posto, accomodatevi pure. Lei invece non può entrare, questo luogo è esclusivamente per loro” dice avanzando di un passo per farmi arretrare.

Il moccioso mi guarda, mentre Bulma si porta una mano alla bocca.
Lo immaginavo, cosa speravo? Che mi avrebbero accolto a braccia aperte? No.
Avrei potuto benissimo mentire, avrei potuto dire di essere scappato insieme a loro, ma forse non avrei ingannato nessuno.
È evidente, non sono denutrito come loro, non ho il terrore negli occhi appena vedo una jeep.

“No, un momento! Non può lasciarlo fuori!” interviene tempestivamente Bulma

“Mi dispiace, ma queste sono le regole. Chiunque che non siano ebrei, zingari, omosessuali, o comunque gente ricercata dalle SS., non sono autorizzati ad entrare” spiega l’uomo. Io mi giro verso di lei.

“Non ti preoccupare, troverò una locanda per passare la notte, voi dovete entrare” dico mantenendo la calma

“No! Non posso lasciarti fuori, ti rendi conto? Se ti trovano ti fanno fuori!” dice attaccandosi a me. La cameriera e il moccioso non dicono niente, così come l’uomo che ci sta di fronte, che si limita ad assistere alla scena senza fiatare.

“Non mi troveranno, ok? Ora non mandare tutto all’aria! Abbiamo fatto tutta questa strada per niente se non entrate!” cerco di convincerla, ma lei ignorandomi, si volta verso l’altro.

“Senta, lui è buono! Non è un soldato, cioè... Lo era, ma non è più nelle SS., glielo posso assicurare!” continua Bulma

“Le ho detto che sono le regole, mi dispiace”

“... Vorrebbe lasciare il padre di mio figlio nelle mani di quei folli? Lo permetterà?!” perchè continua ad insistere? Non enterò comunque

“Signora, le ho detto che mi dispiace, ma purtroppo non ci posso fare nulla. Padre o no, ha fatto parte dell’esercito nazista. Non mi interessa se è cambiato e se si è pentito, non può entrare! Se non vi sbrigate ad entrare resterete fuori anche voi!” sbotta perdendo la pazienza.

“No! Loro non c’entrano!” intervengo. Senza dare il tempo a nessuno di controbattere, spingo Bulma e il marmocchio verso l’entrata.

L’uomo li prende per un braccio e, dopo averli accompagnati dentro, chiude la porta.
Resto a fissare il portone per vari secondi.
Cosa faccio ora? Dovrei trovarmi una locanda, ma dopo? Non posso vivere lì, cosa farò? Chissà quando finirà questa pazzia, loro resteranno chiusi nell’ambasciata fino alla fine della Guerra, dovrò trovarmi un lavoro per pagarmi la stanza della locanda... Sempre che riesca a sopravvivere.
Porto una mano alla tasca posteriore dei pantaloni, estraendo il portafoglio praticamente vuoto.
Lo apro. Ormai non mi è rimasto niente, giusto i soldi per pagare una stanza ed un ultimo pasto.
Mi volto verso la strada guardandomi intorno.
Scendo gli scalini e mi incammino per la prima strada che ho davanti, quando l’insegna mezza rotta di una locanda attira la mia attenzione.


            ... To be continued...

Salve a tutti. Aggiornare questa storia proprio il giorno della Memoria mi mette un po’ i brividi.
Mi fa ripensare a tutto quello che è successo e che, purtroppo, tutti i film o documentari non potranno mai spiegare bene fino in fondo.
Ripeto ancora che questa non vuole essere assolutamente una presa in giro a quanto accaduto, ma il nostro intento è solo quello di ricordare ciò che successe anni fa, in modo che mai più vengano commessi gesti tanto orribili.
Se purtroppo non siamo riuscite a rendere la storia in modo serio, ci scusiamo, ma ci tenevamo a precisare che, almeno, il nostro intento era nobile.

C'è sempre una speranza (21)

Vegeta e Kurt, due spietati soldati delle S.S., le Schutzstaffel, all'arrivo del treno al campo di sterminio, conducono, insieme ai loro comilitoni, gli ebrei all'interno del lager.

Rischiando ogni giorno la morte, una Judea riuscirà a rompere il ghiaccio nel cuore del crudele soldato. Riusciranno a scappare da Auschwitz? Si salveranno? Non vi resta che leggere.

Storia scritta con Stellina86

[Capitolo 5 modificato]

Autore: vegeta4e | Rating: Arancione | Genere: Guerra, Romantico, Storico | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta

Pubblicata: 26/09/10 | Aggiornata: 27/01/12 | Note: AU | In corso

Categoria: Anime & Manga > Dragon Ball

 

C'È SEMPRE UNA SPERANZA


22 gennaio - Marsiglia - Francia
Entrati in stanza mi siedo stancamente sul letto. Mi sfilo gli stivali e mi sdraio, sono sfinito.
Lei mi imita e, dopo essersi levata le scarpe, si sdraia, fissando poi il soffitto.
"Io non ti capisco proprio... Ancora non so perché tu mi abbia salvata da quell'inferno" dice lei all'improvviso. Io non mi giro, continuando a tenere gli occhi chiusi.
"Non c'è niente da capire" rispondo poi
"Invece sì! Mi ignori, è come se non esistessi!! Perché mi hai salvata, eh? Per attrazione fisica? Beh non ho intenzione di continuare così!! Non posso più vivere in queste condizioni... Non ora!" dice scattando seduta. Bene. Mi ci mancava la sfuriata!
"Si può sapere di che parli?! Io non ti ignoro" rispondo sospirando
"Ah no?! E tu come lo definiresti il tuo comportamento? Tu stai male per quello che è successo a Kurt e Mark, ma invece di sfogarti fumi e bevi!!" continua lei
"Non mi sembra il momento adatto per andare da uno strizzacervelli, ti pare?" rispondo sarcastico
"Non fare l'idiota!! Dico solo che potresti sfogarti con me! Speravo di contare qualcosa!" strilla serrando la presa sul lenzuolo
"Non ho bisogno di confidarmi con nessuno!! E adesso smettila, dormi!!" sbotto esasperato. Non ne posso più di sentirla urlare, ho solo voglia di dormire.
"Non dirmi cosa devo fare! Domani mattina prendo Chichi e Shulim e ognuno se ne va per la propria strada!! Noi ce ne andiamo, tu fai quello che vuoi!" dice furiosa. Mio malgrado non riesco a trattenere una risata.
"E dove speri di andare, eh? Non avete armi, e anche se aveste una pistola, nessuno di voi tre è in grado di maneggiarla. Finirete con il piombo in testa. Tutti e tre" dico aprendo gli occhi e fissandola.
"Tanto ci finiremo comunque con il piombo in testa!!" risponde
"E allora perché hai voluto scappare, eh? Piantala di dire idiozie e riposati!" dico richiudendo gli occhi. Non sento risposta, quando l'ondeggiare del materasso mi fa intuire di essere l'unico ad esservi sopra. Apro un occhio. Cosa diavolo vuole fare ora?
“Non posso e non voglio più stressarmi così... Sai perchè?!” non rispondo, prima o poi si calmerà.
“Perchè aspetto un bambino!!” io spalanco gli occhi. Ok, questa non me l’aspettavo proprio...
"Io me ne vado!!" si infila rabbiosamente la giacca che aveva appoggiato su una sedia, con due falcate raggiunge la porta e, dopo averla spalancata, esce. Io resto immobile a fissare l'entrata. Non può essere tanto stupida... Almeno credo. Faccio per rimettermi sdraiato, quando il sesto senso mi dice di alzarmi. Dei passi rapidi provenienti dal cortile della locanda mi attirano, così mi affaccio, vedendo tre miei ex comilitoni.

"Merda!" corro corridoio raggiungendola prima che scenda la scale.

"Ferma!" dico prendendole un polso

"Lasciami!" strilla dimenandosi

"Maledizione, smettila di urlare, sono qui!!" dico cercando di mantenere un basso tono di voce. Alle mie parole lei si blocca, impallidendo di colpo.

" .... Cosa facciamo ora?!" chiede in preda all'ansia

"Corri e nasconditi sotto il letto" la tiro verso la nostra stanza e, mentre lei si nasconde, io mi metto affianco alle giunture porta, in modo che se un soldato aprisse, io rimarrei nascosto. Prendo la pistola nella tasca interna della mia giacca.
I passi dei comilitoni echeggiano per tutto il corridoio, divetando quasi assordanti quando passano davanti alla nostra porta.

Mi sento il cuore in gola e stringo il calcio della pistola. Sento spalancare una porta, delle urla.

“No!! Lasciateci!!” urla una voce femminile. La riconosco, è quella della cameriera che, poco dopo, viene seguita da quelle del marmocchio.
Mi stacco dal muro ed apro piano la porta spiando poi i movimenti dei miei ex colleghi.
Due tengono fermi la donna e il bambino, l’altro guarda all’interno della stanza, cercando me e Bulma, probabilmente. Senza pensarci apro di scatto la porta, sparando al tedesco che non tiene ferma nè la donna nè il marmocchio.
L’uomo cade con un colpo sordo con un buco in mezzo alla schiena. Gli altri due si voltano di scatto e, riconoscendomi subito, ghignando prendendo le pistole. Tuttavia io non mollo la mia, puntandola contro Axel, il quale tiene fermo il bambino.

“Avanti, posa quella pistola, Vegeta. Falla finita, ormai sei spacciato” mi intima puntandomi contro l’arma.

“Non mi avete ancora preso, come vedi sono qui!” rispondo mostrandomi sicuro.

“Hmhmhm ti abbiamo in pugno. Avanti! Posa quella pistola e arrenditi! Non ti è bastato perdere il tuo amichetto?” ghigna ancora. Adesso basta. Nessuno di loro può permettersi di nominare Kurt, nessuno!!

“Non nominarlo!!! Fallo di nuovo e giuro che sparo!!” urlo caricando il colpo. Sono fuori di me, non doveva toccare l’argomento, non ora!

“Avanti, spara! Magari prendi anche il moccioso, oltre che me!” codardo, usare il marmocchio come scudo non ti salverà la pelle, parola mia.

“E così in realtà avete fatto scappare ben tre progionieri!” interviene di colpo Derek, strattonando la cameriera.

“Lei non è ebrea! È francese, quindi mollala” dico puntando la pistola verso di lui, stavolta.

“Questa qui non è ebrea? Poco male, è comunque nella tua comitiva, quindi pagherà lo stesso!” ghigna ancora. La donna inizia a piangere, mentre il marmocchio non spiccica parola, minacciato dalla pistola appoggiata alla sua tempia destra.

“Ora basta... Mollateli o sparo!” lo giuro, stavolta lo faccio davvero. Derek e Axel scoppiano a ridere, forse credono che non abbia il fegato di farlo realmente.

“Facci vedere, traditore!” risponde Axel. Non me lo faccio ripetere e premo il grilletto. Di colpo il suo petto si macchia di rosso. Un rivolo di sangue gli cola dalla bocca e impallidendo all’improvviso crolla a terra. Il moccioso corre verso di me terrorizzato, nascondendosi poi dietro.
Derek fissa scioccato il collega, spostando poi lo sguardo su di me.

“Bastardo! Lo seguirai a breve!!” urla mollando la cameriera. Mette mano alla cintura per afferrare la pistola ma, anticipandolo, sparo anche a lui.
La donna cade in ginocchio tremando, Bulma esce da sotto il letto, correndo ad abbracciare il bambino.
In corridoio ci sono due cadaveri di due soldati delle SS., noi siamo ricercati e i proprietari della locanda avranno sentito sicuramente gli spari.
Ok, ora siamo veramente nella merda.


            ... To be continued...

Scusate per il ritardo, ma abbiamo avuto dei contrattempi.
Grazie anche a chi legge! Ciao!

 

C'è sempre una speranza (20)

Vegeta e Kurt, due spietati soldati delle S.S., le Schutzstaffel, all'arrivo del treno al campo di sterminio, conducono, insieme ai loro comilitoni, gli ebrei all'interno del lager.

Rischiando ogni giorno la morte, una Judea riuscirà a rompere il ghiaccio nel cuore del crudele soldato. Riusciranno a scappare da Auschwitz? Si salveranno? Non vi resta che leggere.

Storia scritta con Stellina86

[Capitolo 5 modificato]

Autore: vegeta4e | Rating: Arancione | Genere: Guerra, Romantico, Storico | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta

Pubblicata: 26/09/10 | Aggiornata: 27/01/12 | Note: AU | In corso

Categoria: Anime & Manga > Dragon Ball

 

C'È SEMPRE UNA SPERANZA


22 gennaio - Marsiglia - Francia

Ancora intontito dall’alcool ingurgitato il giorno prima, attendo, appoggiato svogliatamente al muro, che Bulma e il moccioso escano dalla locanda per riprendere il viaggio.
Con la mano destra, infilata nella tasca dei pantaloni, mi rigiro nervosamente il pacchetto di sigarette, quando di scatto lo tiro fuori, prendendone un’altra. La porto alla bocca tenendola ferma con le labbra e, dopo aver preso l’accendino, cerco di rilassare i nervi tesi.
Non avrei mai pensato che sarebbe finita così... Che schifo di vita.

Rientro furiosa nella locanda. Fuma! Maledizione, fuma! Perché non mi dice mai nulla? Speravo di contare qualcosa per lui, credevo che si fidasse di me, pensavo che sarei riuscita a farlo aprire, ma evidentemente mi sbagliavo.
Mi siedo allo stesso tavolo al quale, poco prima, Vegeta aveva fatto colazione. C’è un piattino con sopra una brioche calda ed una tazzina di caffè, Chichi deve averli portati per me.
Prendo il cornetto tiepido e dò un morso quando, con la coda dell’occhio, vedo Goku e Chichi parlare in cucina. Sorridono entrambi, sembra che ci sia affinità tra quei due.
Mangio lentamente la mia colazione, forse l’ultima della mia vita. Ogni giorno mi chiedo quanti me ne rimarranno davanti.

Dopo circa mezz’ora la porta della locanda si apre e Bulma e il marmocchio escono andando verso la jeep. Io mi stacco dal muro gettando a terra la seconda sigaretta, spegnendola con la suola. Lei mi guarda con un’espressione che non so decifrare… Forse delusione, forse tristezza… Oppure entrambe.
Faccio per salire e mettermi al volante, ma l’italiano esce correndo.

“ Ehi! Aspettate, veniamo anche noi ” sorride. Io mi fermo, fissandolo seccato.

“ -Noi- chi? ” rispondo incrociando le braccia. Tempo di finire la frase, la cameriera che, poco prima mi aveva servito la colazione, esce posando il grembiule sul primo tavolo vicino, correndo verso l’auto.

“ Vieni anche tu? “ commenta Bulma fissando la mora. Lei si volta a guardarla con un sorriso stampato in viso. Iniziano a parlare e a ridere, cosa che ormai credo di non saper più fare. Sono l’unico che si rende conto della situazione? Solo io realizzo che con una percentuale del 99% moriremo come topi?
L’italiano insiste nel mettersi al volante. Non ho proprio voglia di discutere, specialmente con lui, quindi mi siedo al posto del passeggero, chiudendomi ancora di più nel mio mutismo.
Vorrei solo addormentarmi e dimenticare tutto.
Vorrei svegliarmi in un futuro indefinito senza ricordare chi sono e cos’ho fatto in questi anni.
Vorrei ritrovarmi a vivere una vita non mia.
Intorno a me sento solo voci lontane, echi indefiniti, risate che mi sfiorano appena e alle quali non voglio unirmi. L’unico che, forse, prende le cose un po’ più seriamente è l’italiano che, con espressione seria, fissa la strada davanti a noi.
Passiamo il giorno in macchina, finché di sera l’italiano prende, al primo bivio, una strada secondaria, abbandonando quella principale, la quale ci avrebbe portati sicuramente ad un posto di blocco.
Percorsi un paio di chilometri si ferma.

“ Mi dispiace ragazzi, ma da ora in poi dovrete proseguire da soli. Purtroppo non posso avanzare, li ho alle calcagna, è meglio che per un po’ sparisca dalla circolazione. Buona fortuna “

“ Se vuoi ti faccio sparire io dalla circolazione… Per sempre, però “ rispondo seccato. Lui mi fissa senza rispondere e come lui, anche Bulma e la mora. Mi levo la cintura e scendo, iniziando ad incamminarmi senza aspettare nessuno.
Non so se essere pentito della mia scelta o no.
Ho fatto bene a fare questo casino?
Ho fatto bene a mettere davanti me stesso al mio migliore amico?
Ho fatto bene a lasciare una bambina orfana – per colpa mia – per i miei interessi?
Un rumore di portiere mi fa capire che anche Bulma, il moccioso e la cameriera sono scesi dall’auto. L’italiano fa inversione e poco dopo sparisce dal nostro campo visivo.
Ci incamminiamo lungo la strada di campagna, parallela a quella principale, camminando per ore. Ormai è notte e in lontananza vedo una piccola luce. Credo sia una locanda.
Faccio per accelerare il passo, quando un urlo mi blocca.

“ Bulma! Stai male? “ esclama la mora in preda all’ansia. Io mi volto di scatto, vedendo Bulma inginocchiata a terra con una mano sulla bocca.

“ Che succede?! “ domando allarmato

“ Non so, si è inginocchiata di colpo… Bulma, dimmi che ti prende! “ continua la cameriera abbassandosi per aiutarla. Bulma deglutisce strizzando gli occhi, levando poi la mano dalle labbra.

“ Non è niente… Ho… Ho solo avuto un po’ di nausea, davvero, stai tranquilla… “ cerca di convincerla

“ Sei pallida come un lenzuolo. Sei sicura di stare bene? Mi sto preoccupando “

“ Sì, sono sicura. Su, riprendiamo il cammino, non possiamo fermarci “ dice rialzandosi. Si spolvera i pantaloni impolverati e avanza di qualche passo, superandomi. Io la fisso mentre si allontana, non capendo cosa mai le sia preso.

“ Si può sapere che ti succede? Hai fame? “ dico pensando ad un calo di zuccheri, forse.

“ No. Ve l’ho detto, non è niente “ risponde senza guardarmi in faccia. Non mi convince, non mi convince per niente, ma preferisco non andare oltre.

“ E’ solo un giramento di testa, sarà di sicuro la stanchezza “ la mora e il marmocchio non dicono niente e stavolta decido di imitarli.
Poco dopo, il puntino luminoso che speravo fosse la lanterna di una locanda, conferma la mia ipotesi, illuminando debolmente il vialetto che porta all’entrata. Apro la porta scaldandomi poi le mani e, una volta entrati tutti, raggiungiamo il bancone.

“ Buonasera, desiderate? “ ci domanda cordiale la donna dietro il banco. Io mi avvicino con in mano il portafoglio.

“ Sì, due stanze doppie, gentilmente “ lei, dopo aver controllato su una griglia, ci porge due chiavi. Pago, dopodiché saliamo le scale.


            … To be continued…

Salve a tutti^^ spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento :D a presto!!

C'è sempre una speranza (19)


Vegeta e Kurt, due spietati soldati delle S.S., le Schutzstaffel, all'arrivo del treno al campo di sterminio, conducono, insieme ai loro comilitoni, gli ebrei all'interno del lager.

Rischiando ogni giorno la morte, una Judea riuscirà a rompere il ghiaccio nel cuore del crudele soldato. Riusciranno a scappare da Auschwitz? Si salveranno? Non vi resta che leggere.

Storia scritta con Stellina86

[Capitolo 5 modificato]

Autore: vegeta4e | Rating: Arancione | Genere: Guerra, Romantico, Storico |  Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta

Pubblicata: 26/09/10 | Aggiornata: 27/01/12 | Note: AU | In corso

Categoria: Anime & Manga > Dragon Ball

 

C'È SEMPRE UNA SPERANZA


22 gennaio - Marsiglia – Francia

Non sono ubriaco… “ rispondo

No, certo!! Sei ubriaco fradicio, invece! “

Se lo fossi non capirei nemmeno quello che dici “ con due falcate mi arriva di fronte, mostrandomi tre dita

Quante sono?! “ strizzo lievemente gli occhi

Tre “

Ciò non toglie che sei pieno d’alcool!! “

Non urlare… Ho mal di testa “

Certo!! Ti sei scolato una bottiglia intera di Brandy! Ma dico, ti sei bevuto anche il cervello oltre al liquore?! “ decido di ignorarla, tanto non risolverei nulla. Lei continua a strepitare in preda alla collera, ma io chiudo gli occhi, cercando di allontanare sempre di più le sue urla. Senza rendermene nemmeno conto mi addormento, e quando riapro gli occhi è ormai mattina. Mi giro verso sinistra, vedendo lei serenamente addormentata, e poi a destra, notando il marmocchio nel letto singolo, anche lui nel mondo di Morfeo. Mi porto una mano alle tempie, ho un terribile mal di testa, molto probabilmente causato dalla bevuta di ieri. Ancora non del tutto lucido mi alzo dal letto, infilandomi gli stivali

Sei già sveglio? “ mi chiede lei con ancora la voce impastata di sonno

Dobbiamo andare… Non abbiamo tempo per poltrire. Avanti, alzati “ lei annuisce. Si veste rapidamente e dopo esserci preparati, scendiamo al piano terra per fare colazione. Mi siedo al primo tavolo libero, attendendo che una delle cameriere venga per ordinare.


Scendo dietro a lui dirigendomi verso la sala per rifocillarmi prima della partenza. Senza fare attenzione scendo l'ultimo scalino, quando improvvisamente vado a sbattere contro qualcuno

Oh, mi scusi! “ dico alzando lo sguardo. Mi trovo davanti una bella ragazza mora dagli occhi scuri, alta bene o male come me, dall'aria simpatica

Non si preoccupi, può capitare “ mi sorride amichevolmente

Mi presento, molto piacere, mi chiamo Bulma “ le porgo la mano

Oh, piacere mio, Chichi “ me la stringe

E' una mia impressione o qualcosa non va? Sembri... Triste... “

Beh... No... No, tranquilla... Tutto bene “ sposto lo sguardo su di lui. Fissa con aria spenta la strada oltre la grande vetrata. Mi sento responsabile, non c'è nulla da fare. Kurt è morto per colpa mia, qui non ci piove, e questo peso non me lo leverà mai nessuno di dosso. Il senso di colpa diventa ogni giorno più insopportabile, e vederlo in quello stato a causa mia è terribile.

Sei sicura? Eppure non stai molto bene... “ dice ancora. Decido di raccontarle tutto. Di Vegeta, di Kurt, di Auschwitz, della fuga, dei miei immensi sensi di colpa, sperando di liberarmi da questo grosso peso. Lei mi ascolta per tutto il tempo, tentando di immaginare, forse, il mio stato d'animo. Guardo di nuovo lui. Mangia tranquillo senza degnarmi nemmeno di uno sguardo. E non dimentichiamo Mark, anche lui vittima della nostra fuga. Faccio per parlare di nuovo, per spezzare quel silenzio insopportabile, quando dalla porta vedo entrare un figura, come un segno che, in un momento come questo riesce a darmi un briciolo di speranza: Goku.

Goku! Goku, sei tu! “ gli corro incontro. Vegeta alza lo sguardo dalla sua colazione e fissa infastidito l'italiano

Bulma! Che sorpresa! Anche voi qui! Ma non dovevate essere in Svizzera?! “ a questa domanda Vegeta si chiude ancora di più nel suo mutismo

Ecco... Abbiamo avuto... Dei... Contrattempi “ decido di stare sul vago, meglio non entrare più sugli argomenti Mark e Kurt

Capisco, beh io sono scappato dall'Italia, quei farabutti volevano farmi fuori! "

Tsk, sarebbe stata l'unica buona azione che avrebbero fatto “ dice acidamente Vegeta. Si alza lasciando sul tavolo dei soldi, poi va verso la porta, tirando fuori dalla giacca un pacchetto di sigarette. E quelle dove le ha prese?

Ehi! Carina quella cameriera! “ sorride lui guardando Chichi che, ignara, continua a lavare i piatti in cucina

Ah, sì... Beh va da lei, diglielo "

E se non ricambia? "

Goku... Scusa, ma è un pessimo momento. Vai a dirglielo, io torno subito “ senza aspettare risposta corro verso la porta, uscendo


Dove le hai prese quelle sigarette?! “ mi chiede lei comparendo alle mie spalle

Al campo, prima di partire "

... Tu... Fumi? "

Da ora sì... “ inspiro il fumo profondamente, lasciando che la nicotina mi annebbi i sensi, che mi rilassi. In questo momento non voglio altro se non dimenticare queste giornate. Vorrei prendere un colpo in testa e rimuovere tutto. Non essendo ancora abituato mi sfugge un colpo di tosse

Non sarà fumando o ubriacandoti che risolverai questa situazione “ mi dice

La situazione non si risolverebbe lo stesso. Comunque chi ti dice che io lo stia facendo per "risolvere"? “

Nessuno, ma lo fai per... Dimenticare?”

Fatti gli affari tuoi “ non dico altro, inspirando ancora

Sono affari miei! Smettila!!”

Smettila tu! Lasciami in pace! “

Credi che con un po' di fumo Kurt e Mark torneranno?! Così ti fai solo del male! Per favore, butta quella sigaretta! “

No! Faccio quello che voglio! Se non vuoi vedermi fumare, rientra nel locale!! “ le volto le spalle allontanandomi di qualche passo

Cosa speri di ottenere?! Spiegamelo perché non lo capisco!!!”

Non voglio ottenere nulla infatti” aspiro altro fumo incurante delle sue urla

E allora butta quella dannata sigaretta!! “ urla. Continuo ad ignorarla. Non mi interessa se mi faccio del male, cosa cambierebbe? Tanto moriremo tutti, lo so. Stiamo solo rimandando la nostra fine… Finiremo tutti e tre con il piombo in testa.
Una volta finita, getto la sigaretta a terra, spegnendola poi con la suola dello stivale. Ho la bocca impastata di fumo, Dio, che schifo. Ho sempre odiato l’odore delle sigarette, non pensavo nemmeno che rilassassero, credevo fosse tutta una questione di testa, invece mi devo ricredere. Rilassano, rilassano eccome. O forse sono io che, troppo stressato, cerca un tranquillante in qualsiasi cosa?
Non lo so. Sospiro e dalla bocca mi esce una debole nube di fumo. Mi appoggio al muro della locanda, chiudo gli occhi ed incrocio le braccia al petto.


            … To be continued

Spero che anche questo aggiornamento sia stato di vostro gradimento^^ a presto!

 


C'è sempre una speranza (18)


Vegeta e Kurt, due spietati soldati delle S.S., le Schutzstaffel, all'arrivo del treno al campo di sterminio, conducono, insieme ai loro comilitoni, gli ebrei all'interno del lager.

Rischiando ogni giorno la morte, una Judea riuscirà a rompere il ghiaccio nel cuore del crudele soldato. Riusciranno a scappare da Auschwitz? Si salveranno? Non vi resta che leggere.

Storia scritta con Stellina86

[Capitolo 5 modificato]

Autore: vegeta4e | Rating: Arancione | Genere: Guerra, Romantico, Storico |  Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta

Pubblicata: 26/09/10 | Aggiornata: 27/01/12 | Note: AU | In corso

Categoria: Anime & Manga > Dragon Ball |


C'È SEMPRE UNA SPERANZA


1 gennaio - Alpi - Italia

Dannazione! Avrei dovuto capire subito che stavamo andando a sud! Abbiamo sprecato un sacco di tempo!
Passano quasi venti giorni e ormai siamo vicini a Marsiglia. Guido a velocità sostenuta, quando un motore dietro di noi mi fa sobbalzare. Guardo nello specchietto retrovisore. Come immaginavo, i tedeschi!!

Reggetevi!! “ premo l’acceleratore, ma a causa del terreno fangoso le ruote non aderiscono bene al suolo, facendo sbandare lievemente l’auto. Cerco di mantenere il controllo del veicolo. Quelli iniziano a spararci dietro, sento le pallottole vicinissime

State giù! “ dico a Bulma e al marmocchio. Loro si abbassano, stando praticamente sdraiati sul sedile. Continuo a guidare in preda all’ansia.
Prendo dalla tasca interna della giacca la mia pistola, e dopo averla presa con la mano sinistra, sporgo il braccio fuori dal finestrino, puntandolo indietro, verso la jeep che ci insegue. Prendo la mira guardando nello specchietto, senza badare, da incosciente, alla strada.
Sparo uno, due, tre colpi, e per mia somma fortuna colpisco la ruota anteriore sinistra. L’auto si ferma ed io accelero. Devo farcela, devo! L’ho promesso a Kurt, ho giurato che li avrei salvati e manterrò la promessa, costi quel che costi!
Una pietra finisce sotto la ruota anteriore sinistra, facendo sbandare l’auto. Metto la pistola sul sedile accanto al mio, ingrano la marcia inserendo la quinta. Le gomme scivolano sul fango, il cuore mi batte a mille. Guardo Bulma nello specchietto retrovisore. Tiene il marmocchio stretto a se.

Dobbiamo trovare un rifugio al più presto “ dico continuando a guardare la strada davanti a me

Sì. La prossima città qual è? “ mi chiede lei

Marsiglia. Cerchiamo una locanda “

Va bene “ la sento muoversi sul sedile

Ehi!! Guarda! Qui c’è del Brandy!! “ esclama prendendo dal bagagliaio tre bottiglie

Del Brandy?! Doveva appartenere a quegli italiani! Tsk! Tanto meglio! “ dico

E sembra anche di ottima qualità! Caspita! Se lo vendessimo ricaveremmo un bel po’ di soldi! "

Non mi sembra il momento adatto per mettere su un’attività! “ ribatto

Ma che hai capito, scimmione?! Entreremo in un negozio! È originale! Non faticheremo a trovare un cliente! “

Dovremmo trovare un negozio che vende roba del genere! E siamo a Marsiglia, non in un paesino! Ci vorranno ore e non possiamo permetterci di sprecare tempo prezioso! “

Senti! I soldi ci servono, che tu lo voglia o no! Posso passare sul rubare il cibo e posso chiudere un occhio sulle auto, ma le camere delle locande si pagano, e i soldi che ti sei portato dal campo non sono eterni! “ ha ragione, ormai mi è rimasto poco e niente

Fa’ un po’ come ti pare “ continuo a guidare e dopo circa un’ora entriamo in città.

Vegeta? Tu lo conosci il francese? “ mi chiede

No. Giusto due parole, ma non posso di certo parlarlo "

E come pensi di comunicare qui?! "

In inglese, forse! “

Non tutti lo capiscono “

Non posso farci niente. Il tedesco e l’inglese sono alcune tra le lingue più conosciute al mondo, anzi, l’inglese è la più conosciuta! “ lei non ribatte più, quando per pura fortuna, girando per la città, passiamo davanti ad un negozio di alcolici. Bulma prende tutte e tre le bottiglie e scende dalla jeep prima ancora che riesca a posteggiare

Ferma! Dove vai?! “ dico

A vendere le bottiglie! “

Ma non tutte! Almeno una teniamola! “

Ahh e va bene! “ afferro una bottiglia rimettendola in macchina, dopo di che entriamo nel negozio. Io mi avvicino alla cassa, appoggiando il liquore
sul ripiano

Salve! “ mi dice la donna dietro al banco in francese, così subito, rispondo in inglese

Salve, vorrei venderle questo Brandy. È autentico, quanto crede possa valere? “

Autentico?! È impossibile! È difficilissimo da trovare! Come fate ad averne ben due bottiglie?! “ chiede lei rigirandosi una bottiglia tra le mani

Era di alcuni nostri amici. Ce l’hanno regalato, ma abbiamo bisogno di soldi e quindi l’unica soluzione è venderlo “

Bene… Essendo originale lo pagherò il giusto prezzo. Sono cinquanta Franchi a bottiglia “

Affare fatto “ e dopo averci consegnato i cento bigliettoni, mette i liquori in esposizione. Usciamo dal negozio tornando in macchina, giriamo un po’ prima di trovare una posto in cui alloggiare, quando finalmente, passiamo davanti ad una locanda. Posteggio la macchina vicino all’entrata, prendo la bottiglia di Brandy ed entriamo.

Salve, vorremmo una stanza da tre “ la tizia dietro al bancone, una giovane donna dai capelli e gli occhi scurissimi, si gira dandoci le spalle, prendendo un mazzo di chiavi. Ce le porge, ed io metto mano al portafoglio

Fanno trenta Franchi “ prendo i soldi appena ricevuti e pago, dopo di che saliamo, entrando poi nella nostra stanza.
Mi tolgo gli stivali e mi siedo sul letto, stappo la bottiglia, la porto alle labbra ed inizio a bere il liquore, mandandolo giù come fosse acqua

Che diavolo stai facendo?! Vuoi finirlo tutto?! “ sbotta Bulma

“ … Lasciami stare… “ dico solo per poi riprendere a bere

No, non ti lascio stare!! Finirai per ubriacarti! "

Reggo benissimo l’alcool "

Anche se lo reggi non ti fa bene! Molla quella bottiglia! "

Non rompere!! "

Non rompere?! Tu mi dici di non rompere?! Vegeta!! Guardami negli occhi!! “ sbuffando abbasso la bottiglia e alzo gli occhi su di lei

Che accidenti vuoi?! "

Non bere!! Posala! “ ignorandola bellamente riporto la bottiglia alla bocca, lasciando che il liquido mi scaldi il corpo. Lei sbatte stizzita un piede sul pavimento

Shulim! Bada che non lo beva tutto! “ strilla al marmocchio. Lui deglutisce ed annuisce, dopo di che lei lascia la stanza sbattendo la porta.
Io continuo ad ingoiare liquore sotto lo sguardo pietrificato del moccioso

Ehm… Forse non dovresti berlo tutto… “ dice sussurrando

Fatti gli affaracci tuoi, marmocchio. Io faccio quello che voglio “ lui non ribatte. Dopo circa mezz’ora lei torna, trovandomi sdraiato sul letto matrimoniale

Che stai facendo?! “ mi chiede alterata

Non si vede? Sono sdraiato “ rispondo non perfettamente lucido

Sei ubriaco! Dov’è la bottiglia? “ non rispondo

Shulim! Dov’è la bottiglia?! "

“ … Ehm… L’ha… L’ha buttata… Era vuota… "

Tu cosa?! “ urla, ma io non la ascolto.



            … To be continued

Ci scusiamo per l’enorme ritardo >.< ma tra una cosa e l’altra la fic è rimasta ferma.
Speriamo comunque che sia stato di vostro gradimento, ciao!