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lunedì 13 agosto 2012

C'è sempre una speranza Cap 14


Vegeta e Kurt, due spietati soldati delle S.S., le Schutzstaffel, all'arrivo del treno al campo di sterminio, conducono, insieme ai loro comilitoni, gli ebrei all'interno del lager.

Rischiando ogni giorno la morte, una Judea riuscirà a rompere il ghiaccio nel cuore del crudele soldato. Riusciranno a scappare da Auschwitz? Si salveranno? Non vi resta che leggere.

Storia scritta con Stellina86

[Capitolo 5 modificato]

Autore: vegeta4e | Rating: Arancione | Genere: Guerra, Romantico, Storico |  Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta

Pubblicata: 26/09/10 | Aggiornata: 27/01/12 | Note: AU | In corso

Categoria: Anime & Manga > Dragon Ball |


C'è sempre una speranza

 

7 settembre 1944 - Praga - Repubblica Ceca

Con ancora il viso bagnato mi alzo da terra. Con quale coraggio me ne posso andare? Con quale faccia posso dire di aver abbandonato così la tomba del mio migliore amico? Se non fossi inseguito, lo giuro, resterei qui per sempre, ma proprio non posso. Chiudo gli occhi, come per nascondermi da tutti, e mi volto dall'altro lato per non vedere. Lei mi prende una mano per darmi conforto, ma che ne può sapere lei di come mi sento? Ha mai perso una delle persone più importanti della sua vita? E l'ha vista morire tra le sue braccia? Penso proprio di sì ma questo non cambia le cose. Senza accorgermene arrivo davanti alla jeep. Salgo sedendomi sul sedile del passeggero come un automa e l'italiano mette in moto. Mi volto per guardare un'ultima volta il posto dove d'ora in poi il mio amico riposerà. Il sepolcro scompare del tutto dalla mia vista, così mi volto per guardare avanti. Non mi rendo conto nemmeno di dove stiamo andando, sento solo gli scossoni dell'auto

“ Dove stiamo andando? “ chiedo al partigiano

“ Ho un amico in un paesino nella Germania meridionale. Fa passaporti falsi, ci saranno utili, abbiamo molti confini da oltrepassare “

“ Basta che dopo ti levi dai piedi. Mi serve la macchina, li riporto al campo, ce n'è uno vicino alla Germania, certo non è come Aucshwitz, ma avranno comunque ciò che meritano “

“ Cosa?! Non puoi! “ soggiunge l'ebrea allarmata. Hai paura eh? Brava trema! Devi pagare per quel che è accaduto a Kurt!

“ Sta zitta!! Io faccio quello che voglio!! Apri ancora quella fogna e giuro che ti riempio di piombo! “

“ .... Ma che ti prende... “

“ Non mi prende niente!! E adesso taci! Aveva ragione Kurt! Mi avresti portato solo guai! Dannazione, se solo l'avessi ascoltato!! A quest'ora non sarebbe morto! È solo colpa tua!! “

“ ... No... Non è colpa mia... “

“ INVECE SI!! SI È MESSO IN MEZZO!! QUEL PROIETTILE ERA PER TE, MA LUI TI HA SALVATA PER ME!!! VOI EBREI PORTATE SOLO LA SCIAGURA!!! “ lei non risponde, mi guarda con occhi atterriti e lucidi di lacrime

“ Adesso calmati, non è il caso di... “ cerca di intervenire l'italiano

“ E TU TACI!! GUIDA E FATTI I CAZZI TUOI!! “

“ Ehi! Io non ti ho fatto niente!! Che vuoi da me! “

“ VOGLIO CHE STAI ZITTO! “

“ Smettila!! Non puoi prendertela con noi! “ risponde l'ebrea. Prendo la pistola e mi giro di poco, puntandole l'arma alla fronte

“ Fai uscire da quella bocca ancora un suono, uno solo, morissi all'istante giuro che ti ammazzo “ lo dico con una cattiveria tale da farla indietreggiare e da far impallidire l’italiano, il marmocchio comincia a frignare

“ Tappagli la bocca! Fallo star zitto!! “ Bulma gli si avvicina e lo stringe a sé per confortarlo. Per tutto il tragitto nè lei nè il moccioso aprono bocca. Passano alcune ore, durante le quali nessuno fiata. L'italiano ferma la macchina davanti ad un palazzo vecchio e maltenuto e dopo essere scesi dal veicolo, si fa aprire dall’amico. Il tizio, dopo aver riconosciuto l'italiano, ci apre, indicandoci poi il piano. Una volta arrivati davanti alla porta giusta entriamo in casa di un uomo sui quarant'anni, di bell‘aspetto, capelli corti neri, come gli occhi, corporatura magra, alto più o meno quanto me, dai modi gentili e cordiali

“ Che piacere vederti Goku! E questi? Sono tuoi amici? “ sorride guardandoci

“ Sì, diciamo di sì. Senti, abbiamo bisogno di passaporti falsi, ci puoi dare una mano, vero? “

“ Certo! Per quando? “

“ Se possibile subito. Abbiamo una certa fretta “

“ Capisco. Devo farne tre, no? “

“ Esatto “

“ Vado subito, ah un'altra cosa. Meglio se cambiate quei vestiti... Forse ho qualcosa per voi. Mia moglie ha più o meno la sua taglia, signorina, e guarda caso mio figlio è alto su per giù come questo giovanotto. Quanti anni hai? “

“ Cinque! “ risponde sorridendo il moccioso

“ Ah! Ma guarda tu, il mio Michael ha quattro anni, ma tu sei molto magro, una sua maglietta e dei pantaloncini ti calzeranno a pennello “

“ E noi due? “ chiede l'italiano all'amico indicando anche me

“ Mmm lui va bene. È una semplice tuta mimetica e anche tu puoi andare, l'unico problema per il tuo amico sono i capelli, dato che lo cercano, lo riconoscerebbero subito, vedo se trovo un cappello. Con permesso, vado a prendere i vestiti per la signorina e il giovanotto “ fa un occhiolino al moccioso e ci lascia soli in stanza.
Torna poco dopo con una maglietta scura con un colletto bianco e dei pantaloncini corti per il marmocchio ed un semplice abito grigio per l'ebrea

“ Signorina, se vuole cambiarsi può andare in bagno. È quella porta alla sua sinistra “

“ Grazie, vado subito “ si chiude dentro

“ Tu signorino? Ti vergogni o ti cambi qui? “ sorride

“ No, mi cambio qui “ risponde il marmocchio baldanzoso sfilandosi la casacca e infilando i vestiti nuovi

“ Come immaginavo. Ti stanno alla perfezione! Dammi quelli vecchi, ci penso io a farli sparire “ li prende appallottolandoli. Poco dopo l'ebrea esce dal bagno con indosso il vestito grigio aderente sul busto e più morbido dalla vita in giù

“ Sta benissimo, signorina “

“ Grazie... È sicuro di potermi dare questo vestito? Non vorrei che sua moglie fosse contraria... “

“ Si figuri! È un vestito che non indossa più da un po' di tempo, e poi è d'accordo, le ho detto che è per aiutare delle brave persone, non ci sono problemi “

“ Lei è un uomo d'oro "

“ Non esageri, cerco solo di aiutare degli amici. Vado immediatamente a farvi i passaporti, potete dirmi i vostri nomi? “ gli diciamo i nostri dati personali che lui si segna su un foglio

“ Grazie mille, ora vi farò dei documenti con dati completamente differenti dai vostri. Ci vorranno venti minuti al massimo, se volete potete andare in cucina da mia moglie, sarà lieta di offrirvi qualcosa. Immagino non mangiate come si deve da parecchio tempo “

“ ... Non si preoccupi... “ cerca di rassicurarlo l'ebrea

“ Insisto. Goku fà loro strada, ci vediamo tra poco “ si chiude in una stanza e l'italiano ci porta in cucina, dove una donna bionda e magra prepara il pranzo

“ Oh, ciao Goku! Che piacere rivederti! “ lo abbraccia

“ Anche io sono felice di rivedervi, Linda. Tutto bene? “

“ Sì grazie. Oh cielo, scusate. Non fate complimenti, sedetevi pure! Il pranzo sarà pronto tra poco “

“ Linda sei gentilissima, ma abbiamo molta fretta, dobbiamo raggiungere la Svizzera il prima possibile, abbiamo i nazisti alle calcagna “

“ Capisco, ma si tratta di mezz'ora al massimo! Avanti, non fatevi pregare! “

“ ... E va bene, sei sempre la solita “ prendiamo posto a tavola e poco dopo ci viene servita una zuppa di ortaggi semplice, ma molto buona e nutriente. Torna anche il marito, che porge ad ognuno di noi i passaporti falsi e un cappello per me

“ Grazie mille Franco. Quanto ti devo? “ chiede l'Italiano mettendo la mano in tasca pronto a pagare

“ Non mi devi nulla. Va bene così “

“ No! Voglio pagarti, non è giusto! “

“ È inutile, non mi faccio pagare da te. Adesso andate. Buona fortuna “ lo abbraccia e si salutano, dopo di che usciamo per tornare alla macchina. L'ebrea mi lancia alcuni sguardi che non ricambio, ed ignorandola salgo sul veicolo. L'italiano parte, iniziando così il nostro pezzo di viaggio insieme. Passano tre giorni ed è pomeriggio inoltrato quando raggiungiamo il confine. Mi metto rapidamente il cappello, mostrando indifferenza. L'italiano rallenta ed un mio ex comilitone si avvicina

“ Documenti! “ soggiunge in tedesco. Il partigiano lo guarda con aria sperduta, così intervengo

“ Vuole i documenti “ dico in inglese

“ Ah sìsì “ prende il passaporto e lo porge al soldato. Lui l'osserva e poi glielo restituisce. Prende quello dell'ebrea e poi viene il mio turno. Lo esamina per bene, ma non sicuro chiama il collega, c‘è qualcosa che non va... Controllano i dati personali per troppo tempo

“ Tu! Togliti il cappello! “ mi ingiunge il compagno del primo

“ REGGETEVI!! “ l'italiano afferra il documento e poi parte, sfondando la sbarra del posto di blocco. I due tedeschi salgono in macchina e ci inseguono, così prendo la pistola sporgendomi poi dal finestrino e sparo alle due ruote anteriori della jeep, interrompendo la loro corsa. L'italiano accelera e poco dopo spariamo dalla loro vista. Continuiamo ad avanzare fino a giungere davanti ad una locanda dopo altre tre ore

“ Che ne dite di fermarci qui? Ho proprio fame! “ esclama quel beota dell'italiano

“ Tsk, fa un po' come ti pare, basta che chiudi la bocca “ scendiamo tutti dalla macchina, ma fermo gli ebrei prima che possano entrare

“ Fermi!! Voi due non entrate! “

“ Cosa?! Sei impazzito? “ chiede la donna

“ Non parlarmi così!! “ le assesto un malrovescio. Lei si tiene la guancia colpita con una mano e gli occhi le si riempiono di lacrime. L'italiano mi guarda scioccato e io torno nell'auto, aprendo il bagagliaio e prendendo una corda. Torno dagli ebrei e dopo averli fatti inginocchiare li lego ad un palo, in modo che non fuggano

“ Perché fai così?! Devono mangiare! “ commenta l'italiano sgomento

“ Perché sono ebrei! E non possono entrare! Appena finiamo di mangiare tu ti toglierai dai piedi, e io riporterò nel primo campo questi due “ entro nella locanda seguito dal partigiano che mi guarda con ira palese a stento trattenuta, sa di non poter fare molto tuttavia poiché sono io quello con le armi. Ci sediamo ad un tavolo e poco dopo veniamo serviti, quando lui mi dice di dover andare alla latrina. Non gli do molta retta, così continuo a mangiare. Vedendo che arriva dopo troppo tempo, capisco le sue intenzioni. Furioso mi alzo dal tavolo e corro fuori

“ Come immaginavo!! “ quel maledetto italiano ha portato loro un piatto! I due vedendomi impallidiscono

“ SPUTA!!! SPUTA IMMEDIATAMENTE!! “ urlo prendendo malamente con una mano il volto del moccioso. Lui trema ma non sputa

“ HO DETTO DI SPUTARE!! “ urlo ancora

“ ... Ho ingoiato... “ sussurra terrorizzato l'ebreo. Ah sì? Molto bene. Apro con la forza la bocca del moccioso, infilandogli poi due dita in gola. Lui strizza le palpebre. Quando noto dei conati più intensi, tolgo le dita prima di essere imbrattato. Un maleodorante liquido giallastro macchia il pavimento dove lui è accucciato. Mi alzo e vado dalla donna per fare la stessa operazione. Appena cerco di aprirle la bocca inizia a divincolarsi, ma usando un po' più di forza riesco a metterle le dita in gola. Mi sposto ancora in tempo, e vedendo la pozza del proprio vomito per terra scoppia in lacrime

“ ... Sei un bastardo!... “ singhiozza

“ Provate a toccare cibo e vi ammazzo con le mie mani! “ ciò detto torno dentro per finire la mia cena.


            … To be continued…

 

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