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Benvenuti nel Blog di Melina e Giada ^^
In questo blog pubblicheremo le nostre fan fiction
Potete leggerle e commentarle ma NON COPIARLE in alcun modo =)
Buon divertimento =)

Regolamentooo

Come in ogni Blog che si rispetti, anche qui ci sono poche e semplicissime regole da seguire:)
1) NON copiare le fanfiction di altri autori, usate la vostra fantasia
2) Nei commenti cercate di essere gentili, se l'autore ha fatto degli errori e volete correggerlo, fatelo, ma con garbo
3) NON scrivete tutto in maiuscolo, nè le recensioni nè le storie
4) NON scrivete in linguaggio sms
5) Per essere autorizzati a pubblicare le vostre storie, cliccate sul link apposito che vi porterà nell'altro nostro Blog addetto

Detto ciò, non dimenticate la 6° ma non meno importante regola! DIVERTITEVI!!! :D

venerdì 4 novembre 2011

C'è sempre una speranza (13)

C'è sempre una speranza
Vegeta e Kurt, due spietati soldati delle S.S., le Schutzstaffel, all'arrivo del treno al campo di sterminio, conducono, insieme ai loro comilitoni, gli ebrei all'interno del lager.
Rischiando ogni giorno la morte, una Judea riuscirà a rompere il ghiaccio nel cuore del crudele soldato. Riusciranno a scappare da Auschwitz? Si salveranno? Non vi resta che leggere.
Storia scritta con Stellina86
[ Autore: vegeta4e ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Guerra, Romantico, Storico ] [ Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta ] [ Note: AU ]

C'È SEMPRE UNA SPERANZA

6 settembre 1944 - Praga - Repubblica Ceca


“ Aprite!! “ urla il tizio dietro la porta. Io vado ad aprire ed entra un uomo tarchiato sulla cinquantina; il viso rubizzo e due occhi scuri e furibondi.

“ Ebrei!! Ebrei!! Lo sapevo!! Qui ebrei non ne voglio!! “ non so che dire

“ Immediatamente fuori!! “

“ Senta, possiamo pagare il doppio! Ci serve la stanza solo per una notte! Il mio amico è ferito! “

“ Non voglio ebrei!! “

“ Io e lui siamo ariani!! “

“ Ma aiutate due ebrei!! Fuori dalla mia locanda o chiamo la Gestapo!! “ urla. Io lo spingo contro il muro tappandogli la bocca

“ No! “
Lui si dibatte furiosamente nel vano tentativo di liberarsi, premo il braccio sulla sua gola. Egli mi graffia il volto. Gli dò un pugno nello stomaco facendolo piegare in avanti per il dolore. L’uomo inizia ad assumere un colorito bluastro, quando si accascia al suolo privo di vita. Con ancora il fiatone mi allontano. Non avevo scelta! O lui o noi

“ Dobbiamo andarcene da qui! “ mi avvicino al letto sollevo Kurt, usciamo di corsa e corriamo in strada. In periferia troviamo un'altra locanda, spiego la situazione alla ragazza dietro il banco sperando in uno sconto. Ci fa pagare la metà prezzo e dopo averci consegnato la chiave di una stanza per quattro, saliamo su per le scale. Metto Kurt sul primo letto appena entro

“ Ti fai i muscoli a furia di portarmi in spalla, amico “ mi sorride debolmente

“ Non sei poi così pesante “

“ Come se non ti bastasse scappare. Devi anche trasportarmi come un sacco “

“ Non sentirti in colpa “

“ E come faccio? Sto rallentando i ritmi del gruppo, se non fossi stato colpito a quest'ora saremmo già lontani da Praga “

“ È impossibile evitare un proiettile, in più eravamo di schiena. Si tratta solo di fortuna “

“ Allora la mia dose di fortuna l'ho già finita la notte della fuga, mi è andata bene solo prima “

“ Io invece direi il contrario. Ti è andata bene anche ora, se ti fosse andata male a quest'ora non staresti qui a lamentarti “

“ Già... “

“ Adesso dobbiamo riposarci, tu soprattutto. Prima ti guarisce la gamba prima potremo accelerare il passo “

“ Non avere fretta. È una brutta ferita, non deve assolutamente sforzare la gamba, il proiettile era quasi a contatto con l'osso “ dice Bulma

“ Ho detto che accelereremo il passo, nel frattempo lo porterò io “ vado alla finestra e chiudo le tende in modo che nessuno possa vederci, poi mi sdraio su un letto dopo essermi tolto gli stivali. Bulma e il marmocchio si addormentano in fretta, mentre io e Kurt non riusciamo a chiudere occhio

“ ... Vegeta... “ dice nel silenzio

“ Dimmi “

“ ... No, nulla ... “

“ Che c'è? “ insisto

“ Niente... Davvero... “

“ ... Mah... “ passiamo nella locanda anche la notte e la mattina successiva disinfettiamo di nuovo la ferita di Kurt

“ Incredibile! È molto migliorata rispetto a ieri! Ero convinta che fossero necessari i punti, ma se continui così si cicatrizzerà in fretta! “ gli sorride Bulma. Lui abbassa lo sguardo imbarazzato. Lei gli mette altro disinfettante e cambia la fasciatura

“ Prova a camminare “ lui si alza facendo qualche passo

“ Wow! Riesco a camminare! “

“ Beh sì, non puoi ovviamente correre, ma puoi farcela benissimo da solo “ sorride lei

“ Grazie amico! Se non fosse stato per te ora sarei sotterrato al campo. Mi avrebbero fucilato davanti a tutto l'esercito “ mi sorride mettendomi un braccio intorno alle spalle

“ Non devi ringraziarmi, sei il fratello che non ho avuto “ ricambio il sorriso

“ Beh, che stiamo aspettando? Andiamo! Voglio arrivare in Svizzera! “ esclama lui

“ C'è un vecchio amico di mio padre lì, sono più che sicuro che ci aiuterà! Ha molte case e aiuta quelli contro il regime, un alloggio per noi lo troverà di sicuro “

“ Questa sì che si chiama fortuna! “ esclama lui. Usciamo dalla locanda tornando nel bosco dove eravamo prima di essere attaccati. Camminiamo per circa tre ore, quando un'altra macchina ci raggiunge da dietro. Temendo che siano ancora i nostri ormai ex comilitoni mi volto di scatto

“ No! Ancora loro!! “ dico allarmato

“ No aspetta! Ci sta salutando! Quello è Goku, l'italiano! “ sorride Bulma. La macchina ci raggiunge dopo pochi secondi

“ Presto salite! Ci sono i nazisti!! “

“ Cosa?! “ dico

“ Muovetevi!! “ saliamo di corsa. Il marmocchio va avanti, mentre io, Kurt e Bulma sul sedile posteriore, con Kurt al centro e io alla sua destra. Dalla curva, distante più o meno una trentina di metri da noi, spuntano due jeep, con a bordo cinque soldati ciascuna. Iniziano a spararci contro, così prendo la pistola, rispondendo agli attacchi. Colpisco in pieno il soldato seduto accanto all'autista della prima auto. Il partigiano guida andando a destra e a manca per non essere colpito, mentre io continuo a sparare. Di colpo curviamo a destra

“ REGGETEVI!! “ urla l'italiano Continuo a sparare cercando di non sprecare troppe munizioni. Ne colpisco un altro in piena fronte, l‘uomo viene sbalzato dall‘auto e cade all‘indietro sul terreno, quando Kurt si gira per vedere la situazione un colpo parte.
Lui si scosta bruscamente verso sinistra, si posiziona davanti a Bulma facendole da scudo con il proprio corpo.
Un colpo, uno solo, per farmi cadere il mondo addosso. Con la coda dell'occhio vedo il petto di Kurt macchiarsi di rosso. Lo vedo fare una smorfia, i suoi denti si tingono di rosso. Rivoli di sangue gli colano sul mento fino al collo. Sparo all'autista della jeep, il cui corpo si accascia sul volante.
Sterza di scatto, andando a sbattere contro il tronco di un albero, tagliando la strada all'altra auto. Lascio cadere la pistola sul sedile, girando il mio amico verso di me. Gli faccio appoggiare la schiena allo schienale, prendendogli poi il viso tra le mani. È pallido e mi fissa con occhi quasi spenti

“ ... Kurt... Mi senti? “ fa per parlare, ma nell'intento di aprire bocca sputa un fiotto di sangue, macchiandomi la giacca

“ Non ti sforzare... Adesso andiamo all'ospedale... Cerca di resistere... “ non connetto più. Non può finire così. Con uno scatto mi afferra per il bavero della giacca e con voce ormai rauca sussurra

“ ... Giura... Che arriverai in... Svizzera... “

“ Arriveremo in Svizzera! Non parlare! “

“ ... Forse ora... Non rallenterò più il passo... “

“ Non dirlo nemmeno per scherzo!! E ora non parlare!! Tu vivrai, hai capito?! Non puoi morire!! Non puoi!!! “ inizio a vedere sfocato, gli occhi mi pungono. Lui mi sorride

“ ... Sono felice di averti conosciuto... Sei un ottimo amico... “

“ Ma che stai dicendo... “ la presa sulla mia giacca si allenta

“ ...Addio Veg... “ le mani lasciano del tutto la presa e ricadono inerti

“ NO!! “ vedo i suoi occhi velarsi e roteare all'indietro. La testa diventa pesante e si inclina verso sinistra.
E’ morto.
Kurt è morto. Gli abbasso le palpebre. Non capisco più nulla, sento solo scendere lacrime lungo le guance. Il tempo si ferma, non sento nemmeno i rumori che mi circondano. Vedo lei guardare mestamente Kurt, per poi voltare il capo ad occhi chiusi. Non so per quanto tempo rimango così, a fissarlo nella speranza che riprenda conoscenza, so solo che improvvisamente mi sento posseduto da un'ira incontenibile, tale da farmi quasi esplodere.
Apro la giacca di Kurt, afferro munizioni e le due pistole. Carico le armi il più rapidamente possibile, sotto lo sguardo interdetto di Bulma

“ Che stai facendo? “ mi chiede. Non rispondo, e dopo aver caricato le armi, salto fuori dall'auto in corsa. Riesco ad atterrare in piedi, dopo di che inizio a correre, verso le auto tedesche, che ormai sono fuori il nostro campo visivo

“ NO!! DOVE VAI!! “ urla Bulma. L'auto inchioda e l'italiano scende per corrermi dietro

“ ASPETTA!! TORNA INDIETRO!! “ mi urla. Io non lo ascolto. So chi è stato a sparare a Kurt, gliela farò pagare molto cara!

“ FERMATI!! “ continua ad urlare il partigiano. Accelero il passo fuori di me, quando lui mi prende da dietro

“ MOLLAMI!! LO HANNO UCCISO!! LI AMMAZZO TUTTI, PAROLA MIA!!! “

“ NON FARE PAZZIE!! SONO IN OTTO CONTRO DUE!!! LORO FARANNO FUORI NOI!! “

“ NESSUNO TI HA CHIESTO DI VENIRE! “

“ NON POSSO LASCIARTI ANDARE DA SOLO! “

“ ME LA SO CAVARE BENISSIMO SENZA IL TUO AIUTO!! “ con uno strattone mi libero, riprendendo a correre. Svolto l'ultima curva trovandomi davanti alle jeep, con i soldati intenti a riparare i danni. Appena li vedo inizio a sparare. Li colpisco tutti, che uno dopo l'altro cadono a terra esanimi. L'unico a cui non sparo è colui che ha ucciso Kurt: Franz. Mi guarda terrorizzato. Indietreggia guardandosi intorno, cercando una qualsiasi arma

“ Pagherai con la vita per aver ucciso Kurt... “ sibilo avanzando verso di lui

“ ... Non... Non era indirizzato a lui quel colpo... Ma all'ebrea... Non è colpa mia se si è messo in mezzo “

“ Tu hai sparato, tu muori “ continuo fuori di me

“ N-No... Ti prego io... “

“ STA ZITTO!!! “ gli sparo alla spalla che già avevo ferito al campo, lo colpisco poi alla gamba opposta. Lui grida per il dolore, cade a terra e io gli arrivo di fronte. Gli metto un piede sul petto, schiacciando più forte che posso. Mi inginocchio su di lui

“ Questo è per aver tentato di mettermi nei casini al campo “ gli tiro una ginocchiata sotto la cintura, facendolo urlare dal dolore

“ E questo è per aver ucciso il mio migliore amico!!! “ lo colpisco ripetutamente e con tutta la mia forza. Lui urla e si dibatte, mi supplica di smettere, ma io continuo a picchiarlo finche non è quasi privo di sensi. Mi alzo prendo la pistola, dopo di che inizio a sparargli addosso. Non m'importa se spreco colpi, voglio farlo soffrire, deve pagare per quello che ha fatto. Controllo le munizioni: solo una, così gli sparo alla fronte. Noto che per terra c'è un coltellino, lo prendo, levo a Franz la giacca e la maglia, lasciandolo a petto nudo. Prendo il coltello e incido sulla carne "Arbeit Macht Frei” sperando che il corpo arrivi dritto al suo caro zietto. Finita la mia opera mi alzo, notando solo ora che l'italiano mi fissa. Deve aver assistito a tutta la scena. Prendo le armi e le munizioni a tutti i soldati e torno sui miei passi, dirigendomi verso la jeep. L'italiano mi segue, ma quando arriviamo all'auto nè Bulma nè il marmocchio sono a bordo. Anche Kurt è sparito

“ Bulma!! Shulim!! Dove siete? “ li chiama lui. Inizio ad addentrarmi nel bosco, lasciando il sentiero. Lui mi segue senza aggiungere altro, quando vedo lei inginocchiata che mi da le spalle. Non capendo mi avvicino, e noto un piccolo ammasso di terra con sopra dei fiori. Mi fermo a qualche metro di distanza fissando con aria spenta la tomba del mio amico. Il marmocchio sbuca da dietro un tronco, e posa altri fiori su tutta la lunghezza della sepoltura. L'italiano resta indietro, sentendosi fuori luogo. Lei si alza venendomi incontro

“ ... Mi dispiace... So quanto tenevi a lui... “ non dico nulla e mi avvicino alla tomba. Mi lascio cadere in ginocchio. È tutta colpa mia, se non mi fossi innamorato di lei non saremmo dovuti scappare e lui non sarebbe morto. Mi scendono una, due, tre lacrime. Inizio a piangere come un moccioso, non avrei mai pensato di reagire così. Mi copro il viso con le mani e sento dei passi avvicinarsi a me. Lei mi si inginocchia accanto. Mi mette la mano su una spalla

“ Non fare così... “ cerca di consolarmi

“ ... Non piangere “ dice ancora. Mi asciugo il viso con la mano, scoprendo il volto. Lei mi guarda dispiaciuta, poi di slancio mi abbraccia. Mi stringe per consolarmi e io ricambio con un braccio

“ Non doveva rimetterci lui... Era bravo... Come te “ non dico nulla, mi limito a guardare il tumulo di terra davanti a me. Istintivamente porto una mano alla tasca, ed estraggo un sacchettino nero. Prendo un bastoncino con l'altra mano e lo infilzo piano nel tumulo, finche non si ferma, bloccato dal corpo sotto di esso. Poi lo tolgo piano, creando un piccolo canale. Dal sacchetto prendo un proiettile d'oro, lo infilo nel piccolo pertugio. Lo richiudo spostando lentamente la terra

“ Cos'era quello? “ Mi chiede lei guardandomi stupita

“ ... Un proiettile d'oro. Era di mio nonno, mi diceva sempre che era un portafortuna... “ spiego

“ ... Credo che in questo momento la fortuna serva a noi... “

“ ... Per quello che gli aspetta ne ha più bisogno lui. Se c'è davvero qualcosa dopo la morte avrà bisogno di aiuto “

“ Non mi perdonerò mai per quello che ho fatto “ dico ancora

“ Tu non hai colpe. È stato quel tedesco a sparare “

“ Se io non gli avessi detto niente di noi, a quest'ora ci sarei io al suo posto “

“ E come pensi che sarebbe stato vedendo il suo migliore amico con un proiettile in testa!? “

“ ... Come faccio adesso... Non ho più nessuno... Nessuno “

“ Non dire così, ci siamo io e Shulim “

“ È diverso! Lui era il fratello che non ho mai avuto, appena sono entrato nelle squadre dei tedeschi sono stato affidato a lui, era tutto per me. All'inizio mi ha aiutato in ogni cosa, era come un padre. Io non ho mai avuto una famiglia, sono sempre vissuto con i miei nonni e il primo esempio da seguire è stato lui. Avevo appena vent'anni quando l'ho conosciuto e ho sempre desiderato diventare come lui, era il mio modello... “ lei ascolta senza dire nulla

“ Ragazzi, dobbiamo andare “ annuncia l'italiano

“ Un momento, tra poco arriviamo “ risponde lei.


            … To be continued…

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