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lunedì 13 agosto 2012

C'è sempre una speranza (16)

Vegeta e Kurt, due spietati soldati delle S.S., le Schutzstaffel, all'arrivo del treno al campo di sterminio, conducono, insieme ai loro comilitoni, gli ebrei all'interno del lager.

Rischiando ogni giorno la morte, una Judea riuscirà a rompere il ghiaccio nel cuore del crudele soldato. Riusciranno a scappare da Auschwitz? Si salveranno? Non vi resta che leggere.

Storia scritta con Stellina86

[Capitolo 5 modificato]

Autore: vegeta4e | Rating: Arancione | Genere: Guerra, Romantico, Storico | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta

Pubblicata: 26/09/10 | Aggiornata: 27/01/12 | Note: AU | In corso

Categoria: Anime & Manga > Dragon Ball |


C'È SEMPRE UNA SPERANZA

 

24 settembre 1944 - Zurigo - Svizzera

Fortunatamente ricordo ancora l'indirizzo dell'amico di mio padre. Una volta nascosta l'auto tra il palazzo di Mark e quello accanto, scendiamo, e ci incamminiamo verso la porta. Saliamo le scale silenziosamente, qualcuno potrebbe fare la spia pur di non passare dei guai. Quando riconosco il mio amico che ci attende sulla porta lo raggiungo sorridendo. Chi non riconoscerebbe i suoi capelli rossi ed ondulati?!

“ Vegeta! Da quanto tempo! Santo cielo, non ti vedevo da quando eri alto così! “ segna con la mano la misura della mia altezza l'ultima volta che mi ha visto

“ Non siamo più potuti venire, Berlino è distante “

“ Purtroppo hai ragione. E la bella signorina accanto a te e questo bel bambino? “ dice guardando alle mie spalle

“ Ecco... Loro sono ebrei. Abbiamo bisogno di te... “ dico a bassa voce

“ Capisco. Venite dentro, meglio se parliamo in casa “ annuisco entrando. Lui chiude la porta a chiave, invitandoci poi a sedere

“ Piacere, io mi chiamo Mark “ tende la mano a Bulma

“ Bulma, piacere mio “

“ E tu, giovanotto? “

“ Shulim! “ finite le presentazioni torna a guardare me

“ Dimmi tutto. Che succede? “

“ Siamo scappati da Auschwitz e le S.S. ci vogliono far fuori. Abbiamo attraversato buona parte dell'Europa nella speranza di salvarci qui, dato che la Svizzera è neutrale “

“ Capisco. Se cercate una casa in cui alloggiare finché le acque non si saranno calmate, mi dispiace, ma non ho più nulla “ sospira

“ Cosa?! Nemmeno un monolocale?! “ dannazione! Non avevo preso in considerazione questa possibilità!

“ Tutto preso. Cavoli, se l'avessi saputo prima vi avrei tenuto una casa! “

“ No... Cazzo! E adesso dove andiamo? “

“ Non ti preoccupare, starete qui “ sorride

“ No, assolutamente! Qui mai! Non posso far rischiare anche te... Ho già perso un amico... “

“ Mi dispiace... Ma non ti preoccupare, qui sarete al sicuro “

“ No Mark. Saremo al sicuro solo quando Hitler non sarà più al potere “

“ Qui non verranno mai! È deciso, starete qui “

“ No. E poi non hai abbastanza posto. Tra tua moglie e tua figlia non c'è spazio “

“ ... Ti sbagli. Ci sono tre posti. Mia moglie è mancata un anno fa. Era molto malata “

“ … Mi dispiace... Come l'ha presa Kelly? “

“ Come vuoi che l'abbia presa... Ha pianto per mesi, giorno e notte, senza tregua “

“ Non hai comunque tre letti “

“ Invece sì. Jane era di nuovo incinta quando si è ammalata. Avevamo già preparato un letto nella stanza di Kelly, ma non ha mai fatto in tempo ad usarlo perché il bambino è perito con lei. Mia figlia starà dalla vicina, è una nostra cara amica e sarà felicissima di tenerla con se. L'ha aiutata molto dopo la morte di Jane. Tu e la ragazza potete dormire nel mio letto, io userò quello di Kelly e il ragazzino quello nuovo “

“ ... Ma se i nazisti ci trovano sei nei guai anche tu. Promettimi che se dovessero trovarci andrai dalla vicina anche tu “

“ Senti... “

“ No! Giuralo! Ho già perso un amico, non voglio che ci rimetta anche tu a causa mia “

“ Per me è un piacere aiutarti “

“ Tu prometti che te ne andrai! “

“ ... E va bene. Lo giuro... “

“ ... Se dovesse accaderti qualcosa come farà Kelly? Non voglio nemmeno pensarci, devi pensare a lei, non a noi “

“ Va bene, vedrai che non mi accadrà nulla “ mi sorride. In quel momento bussano alla porta e Mark si alza per andare ad aprire

“ Papà!! “ esclama una bambina dai capelli rossicci. Lui l’abbraccia stringendola affettuosamente

“ Sei tornato! “ dice ancora lei

“ Sì. Saluta i nostri ospiti. Lui è Vegeta, un mio caro amico, lei è Bulma e lui Shulim. Staranno da noi per un po' mentre tu starai con Mary “

“ Ciao... “ dice timidamente facendomi scappare un sorriso

“ Quanto ha? “ chiedo

“ Ha compiuto otto anni due mesi fa “

“ Allora sei grande! “ mi abbasso e sorridendole le accarezzo una guancia con l'indice. Lei mi sorride prendendo subito confidenza

“ Venite! Vi faccio vedere le stanze “ ci conduce nelle nostre future camere.
Passiamo a casa di Mark tre mesi, durante i quali nessuno di noi mette naso fuori casa. Ormai è dicembre e una mattina come le altre ci alziamo per fare colazione. Ci sediamo a tavola, quando uno strano frastuono attira la nostra attenzione. Gente che corre per le scale, urla, ordini in tedesco. A queste urla, che odio ammettere, ma le facevo anche io, scatto in piedi

“ Sono arrivati, sono qui! “ sono nel panico e tutti mi guardano terrorizzati. Mark cerca di mantenere la calma, ma io lo prendo per un braccio, alzandolo di peso

“ Ah! Ma che... “

“ Muoviti! Vai dalla vicina! “

“ Vegeta... Io... “

“ Niente scuse! Hai giurato! Devi pensare a tua figlia! “ lo trascino fino alla porta

“ Voi nascondetevi nella soffitta! Presto! “ annuisco. Apro una botola sul soffitto facendo scendere una scala. Corriamo di sopra richiudendola in fretta. Fortunatamente le assi sono vecchie, e con il tempo si sono staccate tra loro, permettendomi di vedere tra le fessure. Mark mette la mano sulla maniglia, pronto ad uscire, quando qualcuno bussa violentemente alla nostra porta. Il cuore mi si ferma, sudore freddo mi cola giù per la fronte. Vedo Mark esitare, lo vedo prendere un respiro profondo ed aprire la porta, cercando di mostrarsi calmo. I tedeschi entrano in casa senza considerarlo minimamente. Aprono porte, cercando ovunque tracce di ebrei. Vedendo che non trovano nulla gli si avvicinano

“ Tu! Parli tedesco? “

“ ...Sì… “

“ Hai visto degli ebrei? Una donna ed un bambino accompagnati da un tedesco in divisa! Sappiamo che sono qui a Zurigo “

“ Ebrei? No... Non ho visto nessuno “ mi colpisce il fatto che sia tanto calmo, la calma di un autentico veterano della vita, guarda in faccia i soldati con l’aria di voler dire “Io non ho paura di voi, ne ho già viste tante nella mia vita!”

“ Eppure a quanto pare li hanno visti venire qui “ deglutisco

“ Lo giuro... Non so nulla... “

“ DÌ LA VERITA!! “ uno lo prende per il colletto sbattendolo contro il muro

“ Aahh!! Lo... Lo giuro... Io... Non so nulla... “

“ Forse dice la verità, comandante “ commenta uno dei soldati

“ No! Sta mentendo!! “ si guarda intorno dubbioso

“ Uccidetelo!! “ urla il comandante. Quello che tiene sollevato Mark indietreggia, mollandolo malamente. Il mio amico cade a terra, fissandoli e questa volta nonostante la distanza riesco a leggere chiaramente il terrore e lo sgomento nei suoi occhi, probabilmente starà pensando a Kelly. Prima che quello possa fare fuoco, prendo la mia pistola e sparo in testa al soldato. Bulma mi guarda scioccata

“ Sei pazzo?! “ sussurra

“ Lasciami fare! Non permetterò che ci rimetta anche lui! “ rispondo a bassa voce.

“ Ma ci troveranno! “ ribatte lei.

“ CHI È STATO!! “ urla un soldato

“ Veniva dall'alto! Non è possibile! “

“ BASTA! CI OCCUPEREMO DI QUESTO "CECCHINO” DOPO AVER FATTO FUORI QUESTO BASTARDO CHE AIUTA GLI EBREI!! “
Senza fare rumore mi sposto, cambiando il lato della botola arrivando così alle spalle del mio amico.
Il comandante gli tira un pugno, facendolo sbattere contro la parete. Fa per prendere il fucile, ma io sparo ancora, salvando per la seconda volta Mark. Vedendo il comandante a terra privo di vita, tutti sbiancano

“ ADESSO BASTA!! FATTI VEDERE! “ urlano. Trattengo il respiro, mi tremano le mani e con esse la pistola. Alcuni soldati iniziano a sparare contro il soffitto. Il pavimento su cui siamo appoggiati inizia a bucarsi, ma fortunatamente nessuno di noi viene colpito. Ma sento uno sparo accompagnato da un urlo e per un'altra volta mi si congela il sangue. Guardo dalla fessura, e vedo Mark riverso a terra. Quelli ridono, prendendo a calci il suo cadavere. La pistola mi scivola dalle mani.
Quelli se ne vanno e io scendo subito dalle scale. Corro da Mark, nella vana speranza che non sia troppo tardi

“ Mark... Mark... “ lo sollevo scrollandolo di poco. Lui non mi risponde e noto solo ora il foro macchiato di sangue all'altezza del petto. Gli occhi sono semiaperti, come la bocca, dalla quale cola del sangue. Delle goccioline rosse sono schizzate sul muro bianco, e anche per terra delle grosse chiazze vermiglie imbrattano le mattonelle marroni. Lo sapevo. Sapevo che sarebbe finita così, sono stato egoista, per la seconda volta, mettendo le mie esigenze davanti ai miei amici. Come farà Kelly adesso? Adorava suo padre, non mi toglierò mai dalla coscienza questo peso, come glielo dirò?

“ ... Vuoi seppellirlo? “ dice Bulma inginocchiandosi vicino a me. Io non rispondo, continuando a guardare il corpo esanime di Mark mentre lacrime mi bagnano il viso. Lei allunga una mano, asciugandomi come può il volto

“ Come lo dico a Kelly... “

“ ... Dille semplicemente la verità... “

“ Sapevo che sarebbe finita così, ma ho voluto lo stesso farlo rischiare... “

“ ... Sapeva a cosa sarebbe andato in contro, ma ha voluto lo stesso aiutarti. Dovevano volerti molto bene se sono stati disposti a rischiare così tanto per te “

“ ... E io li ho ripagati così... Bell'amico sono... “

“ Dai, andiamo. Non c'è molto tempo “ senza dire nulla sollevo Mark, raggiungiamo la jeep e lo metto nel vano dietro ai sedili posteriori, poi torno nel
palazzo, busso alla porta della vicina

“ Salve, lei chi è? “

“ Sono.... Ero un caro amico di Mark. Sono arrivati i tedeschi e... Kelly era qui... “

“ Non capisco, si spieghi... “

“ Mark... Mark è morto... Gli avevo detto di venire qui se fossero arrivati quelli delle SS., ma non ha fatto in tempo ad uscire di casa... Io... Non so
come dirlo a Kelly “ la donna, sui sessant'anni, si porta una mano alla bocca

“ Oh santo cielo! Aveva appena superato il trauma della madre... Che disgrazia... Che disgrazia... Povera piccola “

“ Se per lei è un peso tenersela, la bambina può venire con noi, è il minimo che possa fare... “

“ No, si figuri, è un piacere per me e poi sono l'unica persona che conosce “

“ Come vuole... Me la saluti tanto e le dica che suo padre le sarà sempre vicino... “

“ Senz'altro... Povera piccola, oh cielo! “ chiude la porta, preparandosi a dare la notizia alla bimba.


            … To be continued…


Ciao a tutti!^^ scusate il ritardo, ma la scuola mi opprime… Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto! Un bacione!!

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